Teramo 3.0: l’ateneo? Nell’ex manicomio

Giannella e gli altri: diamo ai privati Colleparco, con il ricavato riportiamo l’università in centro

TERAMO. Riportare l’ateneo in centro e smobilitare la sede di Colleparco per rendere Teramo una città davvero universitaria e a portata di studente. L’associazione politico-culturale Teramo 3.0 sostenuta dal musicista e compositore Enrico Melozzi e presentata pochi giorni fa dal presidente Christian Francia insieme a Mauro Baiocco e Giorgio Giannella lancia la sua prima campagna pubblica. Si chiama “Matti per l’università” e si propone di far “rientrare” l’università in città, spostando le facoltà nel vecchio manicomio. La campagna consisterà in una raccolta firme che sarà messa in campo nella sede di via della Cittadella 3, oltre che in piazza Martiri e al centro commerciale Gran Sasso. Arriva non a caso ma ad un mese dalle elezioni d’ateneo che si terranno il 16 gennaio e incoroneranno Luciano D’Amico come prossimo rettore. E’ contro la sua proposta di rivitalizzare la sede di Colleparco, vendendo la vecchia sede del rettorato di viale Crucioli, che Teramo 3.0 intende battersi come annunciato ieri da Francia e Giannella. «Vogliamo porre delle domande rispetto alle proposte che ha avanzato finora D’Amico», ha spiegato Giannella «innanzitutto ci sembra assurdo che a fronte della costante riduzione negli ultimi anni del fondo ordinario agli atenei lui mantenga la scelta di non federarsi con gli altri atenei abruzzesi e però propone di inglobare l’istituto Braga di cui è presidente. Propone inoltre di tenere aperte le biblioteche fino a mezzanotte quando ad oggi non riescono a rimanere aperte nemmeno fino alle 5 di pomeriggio e poi si capisce cosa intenda fare con le sedi periferiche di Atri e Giulianova». Secondo Teramo 3.0 bisogna dunque ripartire dall’analisi della situazione esistente per capire come muoversi. «La realtà» hanno proseguito i rappresentanti dell’associazione «è che Teramo non ha mai davvero accolto gli universitari ed è ora che lo faccia. La soluzione non può essere portare tutta l’università a Colleparco, dove il campus non esiste, è solo un quartiere dormitorio». Ecco dunque l’idea lanciata dall’associazione attraverso la campagna Teramo 3.0. «Visto che in città va molto di moda il project financing si potrebbe offrire ai privati la sede di Colleparco per farne un polo commerciale e di servizi e in cambio far ristrutturare l’ex manicomio, o in alternativa si potrebbe pensare di prendere la sede dell’istituto zooprofilattico e trasferirlo a Colleparco e utilizzare i soldi a disposizione per la costruzione della sua nuova sede per la ristrutturazione dell’ex manicomio».

Barbara Gambacorta