Teramo, cadono le barriere in Rianimazione: sì ai parenti / VIDEO

11 Dicembre 2017

Primo progetto regionale e nuovo modello organizzativo in ospedale. Le ore di visita ai pazienti diventano 9, previste tre nuove figure professionali

TERAMO. La Terapia intesiva è forse il reparto, fra quelli ospedalieri, che storicamente ha più barriere, sia per la gravità delle condizioni dei pazienti che ospita, sia per il pericolo di infezioni. Per questi motivi i parenti sono spesso lasciati lontani dal proprio caro, lo possono vedere un'ora o poco più al giorno. Ma da gennaio nella Rianimazione di Teramo non sarà più così. Al Mazzini è stato varato il primo progetto di "Rianimazione aperta" d'Abruzzo.

Il primario Stefano Minora ed il responsabile della Rianimazione Emilio Rosa (foto di Luciano Adriani)

“Quello di oggi è un giorno speciale. E’ forse la prima inaugurazione dove non si tagliano nastri, non si presentano straordinarie apparecchiature né stanze fresche di vernice, ma si vara un nuovo modello organizzativo, una nuova cultura aziendale. Si tratta di un cambiamento importante e difficile da attuare, che incide sul sistema di valori che dà forma alle azioni degli operatori sanitari, modificando totalmente l’organizzazione della Terapia Intensiva che si apre all’esterno, rendendo più umano il percorso di cura dei pazienti e dei loro familiari", esordisce l'assessore regionale alla Sanità Silvio Paolucci nel presentare il progetto nell'aula convegni del Mazzini.

Ed ecco che cadono le barriere: le ore di visita diventano 9 e non è più necessario "bardarsi" con camici, sovrascarpe e mascherina, basta lavarsi le mani. Un cambiamento radicale nella filosofia di approccio al paziente e ai suoi congiunti non considerati più causa di interferenza con le cure intensive o fonte di infezione.

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Negli ultimi decenni, la ricerca medica internazionale ha evidenziato, invece, che non solo che la separazione dai propri cari è motivo di sofferenza aggiuntiva per il paziente e la sua famiglia, ma anche che il timore sul rischio di infezioni è infondato. Il progetto "Ter.ra." (Terapia intesiva ragionata) coinvolge tutto il personale, che è stato formato, ed prevede tre nuove figure professionali: un biologo per il monitoraggio delle infezioni, uno psicologo per il supporto del personale e dei familiari, un fisioterapista per la mobilizzazione precoce. Sono in corso anche lavori strutturali per l’ottimizzazione degli spazi, il rinnovo di attrezzature ed arredi più consoni alle nuove esigenze lavorative oltre ad un complesso percorso formativo.

Narcisa De Vincentiis riceve la targa dell'intestazione del reparto al marito Giuseppe Altamura e all'ex caposala Luciana Pompei (foto di Luciano Adriani)

“Essere i primi ad aprire in Abruzzo e in forma cosi organizzata ci rende orgogliosi – dichiara il Direttore Generale Roberto Fagnano - Pensiamo ai pazienti di Terapia intensiva e crediamo che curare oggi sia anche mostrare sforzi e impegno. La Rianimazione dell’ospedale di Teramo tratta oltre 300 pazienti l’anno ed è un carico di lavoro imponente e particolarmente delicato. Sono grato a tutto il personale che ha abbracciato con entusiasmo questa nuova visione del proprio lavoro, dimostrando una forza e un impegno straordinari".

La presentazione del progetto è stata anche l'occasione per dedicare la Rianimazione aperta di Teramo a un indimenticato responsabile del reparto, scomparso qualche mese fa, Giuseppe Altamura e alla ex caposala, anche lei scomparsa, Luciana Pompei.

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