Teramo, droga in cella in cambio di salumi, formaggi e vino

11 Maggio 2014

E’ una delle accuse all’agente di polizia penitenziaria sospeso dal servizio per avere fatto dei favori ai boss detenuti. A luglio udienza per il patteggiamento

TERAMO. «Salumi, formaggi, dolci e vino per far entrare la droga in carcere»: è un’accusa che il pm Luca Sciarretta circostanzia e definisce in un passaggio dell’avviso di conclusione delle indagini che mette in capo all’agente di polizia penitenziaria Giancarlo Arnoni sospeso dal servizio con una misura cautelare perchè accusato di favori ad alcuni camorristi detenuti. Generi alimentari che l’uomo, sempre secondo l’accusa della procura, avrebbe ricevuto dalla convivente di uno dei boss reclusi nel carcere teramano per far entrare nel penitenziario quantitativi imprecisati di droga destinati ad essere ceduti o venduti a Castrogno. Intanto è stata fissata per il 4 luglio l’udienza preliminare nel corso della quale sarà discussa la richiesta di patteggiamento avanzata dall’agente, tramite la sua difesa, alla procura. La pena stabilita è di 2 anni e 8 mesi, ma ora dovrà essere un giudice a stabilire se è congrua. Il poliziotto è accusato di rivelazione di segreti, spaccio di droga e corruzione (reato quest’ultimo in concorso con un detenuto).

Arnoni è sospettato di aver favorito alcuni reclusi legati alla camorra, rivelando segreti d’ufficio che non si dovevano rivelare utili ai detenuti . L’agente è accusato anche la violazione dell’articolo 390 del codice penale «procurata inosservanza della pena», che si concretizza quando si aiuta qualcuno a sottrarsi all’esecuzione della pena. Cosa avvenuta – sempre secondo le accuse – quando l’agente si sarebbe messo in contatto con un latitante pescarese, ricercato per scontare una condanna definitiva, che venne poi trovato e arrestato nel novembre 2011.

Secondo gli inquirenti Arnoni avrebbe dunque saputo come rintracciare il latitante, ma si sarebbe ben guardato dall’avvisare i suoi colleghi o un altro organo di polizia giudiziaria per fare eseguire l’arresto, come sarebbe stato suo dovere fare in quanto agente della polizia penitenziaria. Nell’indagine risulta coinvolto anche un medico teramano, accusato di falsità ideologica per avere rilasciato falsi certificati medici all’agente per consentirgli di fare dei periodi di assenza dal lavoro per malattia. L’indagine sull’agente di polizia penitenziaria è una costola dei una più vasta inchiesta della Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Napoli su alcuni esponenti della camorra. Dalle intercettazioni sarebbe emerso che alcuni di questi indagati – che poi sarebbero stati portati nel carcere teramano per scontare la pena – avevano contatti con Arnoni. Di qui l’apertura di una fascicolo della procura teramana sul conto dell’agente della polizia penitenziaria, le cui mosse sono state seguite per lungo tempo anche attraverso nuove intercettazioni.

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