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Teramo, l’incidente era vero: l’assicurazione condannata a pagare

Padre investe il figlio: per la compagnia colpa del giovane ma il giudice obbliga la società a risarcire con 110mila euro

TERAMO. C’è voluto il pronunciamento di un giudice (dopo quattro anni di udienze) per stabilire che quell’incidente non è stato provocato e che l’assicurazione dovrà risarcire il giovane travolto dal trattore guidato dal padre.

Un indennizzo quantificato in 110mila euro per il ragazzo che il giorno dell’investimento rischiò l’amputazione della gamba e che oggi, hanno accertato i consulenti del tribunale, ha un’invalidità permanente. E’ una sentenza che racconta la tenacia di una famiglia teramana decisa a non arrendersi quella firmata dal giudice del tribunale civile di Teramo Marco Di Biase. I fatti iniziano nel 2008 quando un ragazzo di 24 anni viene investito davanti alla sua abitazione dal trattore guidato dal padre. In particolare viene travolto dalla fresatrice agganciata al mezzo. Le lesioni sono gravissime e il giovane rischia l’amputazione della gamba.

La famiglia, assistita dall’avvocato Giampietro Dell’Elce, avvia tutte le procedure per le richieste di risarcimento alla società Cattolica Assicurazione con cui è assicurato il mezzo agricolo. Tutto inutilmente visto che la compagnia, nel momento in cui la famiglia ricorre al tribunale per far valere le proprie ragioni, si costituisce in giudizio contestando integralmente la richiesta di risarcimento. L’assicurazione ritiene di non dover pagare perchè sostiene che il giovane si sarebbe volontariamente posizionato in prossimità della parte posteriore del trattore, innescando proprio con questo comportamento una situazione di pericolo. La compagnia si oppone anche alla concessione di una provvisionale richiesta dal legale del giovane che però viene accolta dal giudice e concessa nella misura di 30mila euro. Il procedimento davanti al magistrato civile, però, non si ferma: la famiglia chiede che venga riconosciuta la verità di quell’incidente. Perchè, sostiene, nessuno ha organizzato nulla. Qualche giorno fa il giudice ha emesso la sentenza, ricostruendo la dinamica del fatto. «Nessuna responsabilità può essere iscritta al ragazzo in ordine alla causazione del sinistro», si legge a pagina 4 della sentenza, «infatti l’improvviso spostamento in retromarcia del trattore di qualche metro di distanza non poteva dare scampo al ragazzo di sottrarsi all’investimento, attesa la breve distanza che lo separava dalla fresatrice. Non si condivide l’assunto della compagnia di assicurazione secondo cui il ragazzo essendosi volontariamente posizionato nelle vicinanze della parte posteriore del trattore avrebbe dato origine con il suo comportamento ad una situazione di pericolo. Dall’istruttoria fatta è stato dimostrato che questi stava tornando a casa e mentre raggiungeva il cancello della sua abitazione il trattore, che era fermo sulla strada, si metteva in movimento di retromarcia. Pertanto il ragazzo non ha generato alcuna situazione di pericolo, atteso che il medesimo doveva necessariamente passare nelle vicinanze del trattore per raggiungere la sua abitazione e ciò avveniva mentre il mezzo era fermo».

E, precisa ancora il magistrato in un altro passaggio, «è stata accertata la dinamica dell’incidente ed è stata provata la responsabilità esclusiva in ordine alla causazione dello stesso in campo al conducente del trattore. E’ stato accertato che il conducente del trattore nell’occasione poneva in essere un’improvvisa manovra di retromarcia con la fresatrice abbassata senza prima accertarsi che vi fossero le condizioni di sicurezza per poter effettuare questa manovra».