Teramo, nello studio Tancredi le società del crac

Il gip sequestra le quote, due sedi legali da tre anni nell'ufficio del socio di Chiodi

TERAMO. Si chiamano Kappa Immobiliare srl e De Immobiliare srl. Hanno sede legale nello studio Chiodi-Tancredi, il presidente della giunta regionale e il suo socio commercialista. Sono le società sequestrate nell'inchiesta sui Di Pietro: fallimenti pilotati e crac da 3 milioni di euro. Per l'accusa sono il terminale dei soldi sottratti da quattro fallimenti.

Soldi trasferiti all'estero e poi fatti rientrare in Italia attraverso un giro di depositi su conti correnti svizzeri e in altre società cipriote. Lo scrive il gip Marina Tommolini nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere gli imprenditori Maurizio e Nicolino Di Pietro (ora ai domiciliari), di 51 e 64 anni, Guido Curti, 50 anni, e all'obbligo di dimora Loredana Cacciatore, 47 anni, moglie di Curti.

Carmine Tancredi, socio di Gianni Chiodi, non è indagato. A giugno è stato sentito dalla Finanza come teste, il suo studio è stato perquisito. Il professionista teramano è il commercialista di Maurizio Di Pietro e Curti.

La Kappa Immobiliare è stata costituita nel 2009: l'1 per cento delle quote è intestata a uno sconosciuto pensionato, il 99% alla Dreamport Enterprises Limited con sede a Cipro. La De Immobiliare Srl è stata invece costituita il 26 marzo del 2008: l'1% delle quote intestato allo stesso pensionato, il 99% alla Ruclesarn Investments Limited, sempre di Cipro.

IL RETROSCENA. Al giudice Tommolini servono venti pagine per ricostruire con precisione la vicenda di presunti crac pilotati e fiumi di soldi che - per l'accusa - dopo essere stati sottratti ai creditori dei fallimenti, sono stati portati all'estero, depositati su conti svizzeri (su questo la procura teramana ha chiesto una rogatoria), quindi in banche inglesi e, infine, nelle due società cipriote, proprietarie di quasi tutte le quote delle società con sede legale nello studio Chiodi-Tancredi. Somme che, per la procura, sono state usate per acquistare due appartamenti nel Qatar e uno stabilimento balneare a Roseto.

L'inchiesta del pubblico ministero Irene Scordamaglia parte dal fallimento della Dft Grafiche. Le indagini della Finanza accertano che nel giro di poco tempo falliscono altre tre società riconducibili ai Di Pietro, a Curti e alla moglie. Una sorta di effetto domino accompagnato da uno spostamento di denaro da una società all'altra. Soldi sottratti ai creditori, portati all'estero e ripuliti a Cipro che però non è l'ultima tappa.

GLI INVESTIMENTI. Scrive il gip Tommolini: «Esaminando le voci del "conto finanziamento soci" delle società De Immobiliare e Kappa Immobiliare (finanziate dalle fiduciarie cipriote) balza in evidenza che hanno avuto un incremento esponenziale nel 2010. E' inoltre di particolare importanza la circostanza relativa all'acquisto, fatto nel 2009, da parte della Kappa Immobiliare Srl di uno stabilimento balneare in Roseto all'insegna Lido Atlantic». Il giudice precisa a questo proposito: «Si tratta di un acquisto interamente finanziato con un mutuo ad interessi zero dalla Mg Costruzioni Srl ma a due anni dal versamento lo stesso non era stato ancora rimborsato e non vi era alcuna previsione di un piano di rientro». Il gip spiega anche: «Esaminando il bilancio al 31-12-2009 della citata società non vi è voce che potesse giustificare l'uscita dalle casse della somma di 350mila euro prestata alla Kappa Immobiliare Srl che, peraltro, ha ceduto in permuta lo stesso stabilimento balneare con un immobile posto a Teramo in località Colleatterrato».

Tutto il resto è coperto dal segreto istruttorio. Per ora le quote delle due società terminali, quelle con sede nello studio Chiodi-Tancredi, sono sotto sequestro.

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