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Teramo, ondata di sgomberi in città: senza casa 161 famiglie

Ordinanze per palazzine Ater a Colleatterrato e Frondarola. Da evacuare l’immobile di via Cameli in cui c’è la Toyota

TERAMO. La tregua natalizia è durata poco. Passati giorni di festa a cavallo dello scorso fine settimana sono ripresi a ritmo incalzante gli sgomberi di edifici resi inagibili dal terremoto. Dopo la pausa per Natale e Santo Stefano ieri il sindaco Maurizio Brucchi ha ripreso a firmare le ordinanza che impogono ai destinatari di lasciare al più presto le loro abitazioni lesionate e di traslocare altrove. L e ordinanze emesse nel primo giorno dopo le festività sono state 27 e hanno riguardato diverse palazzine di proprietà dell’Ater che si trovano a Colleatterrato Alto e Basso e nella frazione di Frondarola. Il provvedimento di sgombero è stato firmato anche per la palazzina di via Cameli all’angolo con circonvallazione Spalato che al piano terra ospita la concessionaria Toyota della ditta “Di Ferdinando A&C” che dunque dovrà chiudere i battenti.

Solo in questo edificio saranno costrette a fare le valige nelle prossime ore 26 famiglie, ma il numero degli sgomberi disposti a seguito delle ordinanze emesse ieri ha raggiunto livelli record. In tutto sono 161 i nuclei familiari che dovranno abbandonare le loro case per traslocare in altri alloggi o in hotel. Con le ultime emesse dal sindaco le ordinanze di sgombero relative a edifici privati ha raggiunto la quota di 563. Ieri al centro operativo comunale che smista le pratiche relative agli sfollati si sono presentate 14 famiglie per indicare dove si trasferiranno in attesa dei lavori di sistemazione delle loro abitazioni. Tutte hanno scelto il contributo di autonoma sistemazione con cui pagare l’affitto di un’altra casa. Le richieste vanno comunque vagliate e approvate dall’ufficio per le attività sociali del Comune che si trova in via D’Annunzio ma di pomeriggio è aperto dalle 15 alle 20 nei locali del comando della polizia municipale in piazzale San Francesco. I controlli sono destinati a proseguire ancora per mesi. Da smaltire ci sono ancora circa 3.000 mila richieste di verifiche. (g.d.m.)

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