Teramo provincia più verde d’Abruzzo

Alta produzione di energia elettrica dai 4mila impianti fotovoltaici. Il capoluogo primo per la raccolta differenziata

TERAMO. Teramo, provincia sempre più "verde". E la sensibilità ai temi ambientali dei teramani si sposa anche con una certa propensione agli affari. E' quanto emerge da una serie di dati sulla produzione di energia elettrica e rifiuti.

La provincia di Teramo produce la più alta quantità in Abruzzo di energia derivante dal fotovoltaico 262,5 gigavattora. Non a caso il Teramano è secondo solo a Chietino per più alto numero di impianti. Ad aprile 2014 ne erano 3.997, contro i 2.889 dell'Aquila, i 2.336 di Pescara e i 4.197 di Chieti che ha un territorio molpi più grande. Il primato è assoluto per la potenza complessiva: Teramo produce 230.530 chilovatt, in pratica 0,75 per abitante. Cioè più del doppio rispetto alla media italiana dello 0,29. Molto più dello 0,54 di Chieti. Certamente la propensione all'energia che proviene dal sole in provincia ha avuto un costo, dal punto di vista paesaggistico. E' facile vedere intere colline tappezzate di pannelli, che hanno preso il posto, spesso, dei filari di vigne.

Una provincia che non si è fatta sedurre, invece dall'eolico: non ci sono pale, come invece si possono vedere in provincia dell'Aquila, soprattutto nella Marsica, e di Chieti, nella Val Pescara. Sulle turbine eoliche il dibattito, in effetti, è aperto: alcune associazioni ambientaliste ritengono che abbiano un impatto notevole sull'ambiente, sebbene producano energire "pulite". Teramo si attesa su buoni livelli anche per la produzione di energia idraulica, con 210 gigavattora, ma in questo caso è superata dalla produzione di Chieti (420) e Pescara (378). In provincia di Teramo, a differenza delle altre d'Abruzzo, non ci sono centrali a biogas. Sconosciute anche le biomasse, in Abruzzo presenti sono a Chieti.

Discorso diverso sui consumi di energia elettrica. In questo caso emerge non tanto l'anima ecologista della provincia di Teramo, quanto la crisi economica. Nel raffronto fra il 2011 e il 2012 (gli ultimi dati disponibili) l'industria mostra un livello di assorbimento dei consumi in calo dell'11,8%, anche perchè diverse aziende hanno chiuso o comunque hanno ridotto la produzione. E così da 687 milioni di chilovattore si è arrivati a 606. La crisi ha colpito anche i consumi domestici: si è invertito il trend in espansione degli ultimi anni. Adesso le famiglie teramane nel tentativo di risparmiare hanno ridotto consumi dello 0,4%, scendendo da 328 milioni di chilovattore a 326. In totale, fra i vari settori, i consumi in provincia sono scesi da 1.498,5 milioni di chilovattore a 1.460. Un calo comune anche alle altre province abruzzesi.

Un altro aspetto della "Teramo verde" riguarda i rifiuti. La propensione alla differenziazione è fortissima: nel Teramo viene differenziato il 46,4% dei rifiuti (dati 2012) a fronte del 27,4% dell'Aquila, del 29,4% di Pescara e del 46,6% di Chieti. Una percentuale superiore alla media italiana, del 39.9%. Teramo produce 70.856 tonnellate di differenziata, seconda solo a Chieti (80.262) col suo territorio molto più vasto.

La percentuale aumenta a Teramo città, che nel 2011 ha fatto registrare un 63,9% di quota di differenziata sul totale dei rifiuti contro una media nazionale del 32,1%. Numeri in discesa in provincia: la quota è al 40,7% ma sempre superiore alle altre province. Scendendo nel particolare, oltre alle 27mila tonnellate di umido, la differenziata teramana è composta da 6.025 tonnellate di verde, 9.556 di vetro, 3.361 di plastica, 7,905 di legno, 14,115 di carta e poco altro. C'è da notare che molti di questi materiali, come il vetro e la carta, diventano risorse.

Le note dolenti arrivano con le discariche: il numero di impianti in provincia (dati 2012) è pari a zero (è di pochi giorni fa la parziale riapertura di Grasciano) su 9 in regione. Questo comporta un notevole aggravio di spese per i cittadini.

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