Il sindaco di Torricella Sicura Daniele Palumbi

Torricella Sicura, il sindaco mette una taglia sul piromane 

Dopo l'ennesimo incendio Daniele Palumbi annuncia: tremila euro a chi dà notizie, perché questi folli vanno fermati

TORRICELLA SICURA. Lo sa bene che per un piccolo Comune come il suo, con un bilancio da poco più di due milioni, anche un euro va usato al meglio. Ma in questa fine estate di roghi e piromani, di paura e case a rischio, di montagne che bruciano senza tregua, il sindaco di Torricella Sicura ricorre ad una taglia per scovare chi se ne va in giro innescando fuochi. Tremila euro, con tanto di delibera, a chi darà notizie. «Vere e circostanziate alle forze dell’ordine» puntualizza il primo cittadino Daniele Palumbi.
Perchè lui che ormai da tre giorni combatte con roghi che accendono boschi e sterpaglie sul suo territorio (dal grande fuoco di Santo Stefano di domenica che ha lambito un centro per migranti a quello della notte scorsa) sa che, in questi casi, tutto può succedere: non piove da settimane, la temperatura sfiora i 40 gradi e al fuoco bastano pochi secondi per farsi largo tra le erbacce. «Io non so cosa passi nella testa di queste persone che vanno dando fuoco», dice, «so solo che vanno bloccati perchè altrimenti qui rischiamo di brutto». Perchè il limite di un giudizio esasperato nasce da una realtà in cui ormai da 48 ore le fiamme divampano di notte e di giorno: a Costumi, Santo Stefano, Antanemuccio, Collefiorito minacciando case e terrorizzando persone. «Quando ti svegli di notte con la puzza del fuoco», dice Palumbi, «la paura è davvero tanta. Sono giorni che vigili del fuoco e volontari della Protezione civile corrono per difendere case, arginare lingue di fuoco altissime che fanno davvero paura». E con loro corre anche il sindaco sul fuoristrada della Protezione civile. «La notte scorsa», racconta, « nella località di Antanemuccio abbiamo veramente rischiato tanto perchè le fiamme minacciavano due case. Ci sono volute ore e ore di lavoro per far rientrare l’emergenza». Che alle prime luci dell’alba è tornata, più feroce che mai.
Questa volta le fiamme si sono estese nella zona di Collefiorito e i pompieri hanno dovuto far ricorso ad un cannone antincendio in dotazione all’autobotte. Quattro ettari ingoiati dal rogo e un’area ridotta in cenere. L’ennesima in pochi giorni «Oltre alla paura c’è il danno al nostro territorio», dice il primo cittadino, «e allora questi piromani vanno fermati. Certo poi bisogna vedere le condanne, ma intanto quello che possiamo fare lo facciamo anche perchè la gente si deve rendere conto che chi accende è pericoloso per sè e per gli altri». Va detto che gli incendi boschivi sono tra i pochi crimini ambientali che non hanno atteso la storica legge sugli ecoreati del 2015 per generare indagini, processi, condanne. Ma le pene sono miti e le indagini difficile. Secondo Legambiente nel 2016 in tutta Italia ci sono stati 4.635 incendi, ma solo 322 persone denunciate e 14 arrestate per lo stesso reato.
E ieri mattina attimi di paura quando alcuni focolai hanno ripreso ad ardere sul monte Foltrone, per i teramani la montagna di Campli, devastato da un vasto rogo che nella giornata di sabato ha ingoiato quindici ettari di bosco. L’intervento immediato di pompieri e volontari della Protezione civile ha evitato il peggio e quei focolai, nonostante il vento, sono stati ancora una volta spenti. Ancora una volta senza Canadair ed elicotteri perchè in questi giorni di emergenza in tutto Abruzzo anche la disponibilità di mezzi aerei è ridotta.
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