l'inchiesta

Tortoreto, ragazza dilaniata, si indaga per istigazione al suicidio

La procura ha sentito decine di testimoni per ricostruire le sue ultime ore di vita Imminenti i risultati dell’esame del Dna, subito dopo sarà fatta l’autopsia

TORTORETO. Ragazza dilaniata sull’autostrada: istigazione o aiuto al suicidio: è questa l’ipotesi di reato su cui la procura di Teramo ha aperto un fascicolo.

Le indagini, condotte dalla sottosezione di Pescara nord della polizia autostradale, vanno avanti in tutte le direzioni: sono stati sentiti i parenti, gli amici e anche i colleghi del ristorante di Tortoreto alto in cui G.D.S. lavorava per il periodo estivo. Ma pare che piste che portino a ipotesi di reato diverse da quella formulata inizialmente dal sostituto procuratore Irene Scordamaglia non emergano con evidenza.

La procura a questo riguardo attende che chiunque si sia trovato nella zona – cioè sulla strada provinciale 262 che collega Giulianova e Montone o sulla sottostante A14 – nella notte fra lunedì e martedì scorsi, orientativamente fra mezzanotte e l’alba, si faccia vivo per dare dettagli preziosi per ricostruire le ultime ore di vita della 19enne di Tortoreto.

Gli abitanti del paese, in effetti, parlano con insistenza di una Panda, pare rossa, in cui la ragazza è stata vista la notte in cui è accaduta la tragedia. Allo stato dei fatti non si sa se sia quella di un conoscente o di qualcuno che le abbia dato un passaggio. Certamente, se quanto detto in paese sarà confermato dalle indagini della polizia autostradale, si potrebbe spiegare come G.D.S. ha fatto ad arrivare su quel cavalcavia, che è lontano almeno 7-8 chilometri dal ristorante e dalla sua abitazione.

La ragazza, secondo le testimonianze dei parenti, sarebbe uscita dal ristorante in cui faceva la cameriera prima della fine del turno, verso le 23 di lunedì, grazie anche all'intercessione della madre con il datore di lavoro, visto che di lì a poco sarebbe stato il suo compleanno. Sarebbe quindi tornata a casa - abita a pochi metri dal locale - per cambiarsi i vestiti e poi sarebbe uscita in fretta per festeggiare il suo compleanno in tempo per la mezzanotte, senza avere discussioni particolarmente animate con i familiari, come qualche voce di paese continua a raccontare. A casa però avrebbe lasciato tutti gli oggetti personali, dal borsellino con i soldi al telefono, elemento questo che lascia perplessi. Da quel momento in poi, comunque, i genitori non avrebbero avuto più contatti con la figlia.

Che cosa sia successo da mezzanotte all’alba, dunque, non è ancora certo.

Il sopralluogo che il sostituto procuratore Irene Scordamaglia venerdì ha svolto sul cavalcavia da cui la ragazza è precipitata probabilmente ha aiutato a delineare alcune possibili dinamiche. In primis se la ragazza abbia potuto, da sola, scavalcare la rete di protezione alta un paio di metri ma con una sbarra che può aiutare che vuol scavalcarla.

Il prossimo snodo delle indagini sarà la riconsegna degli esami del Dna, eseguite dai Ris di Roma: è stata fatta una comparazione con quello dei genitori per accertare ufficialmente l’identità della vittima sull’autostrada. Ma pare che ormai i dubbi siano ridotti a zero. Comunque, i risultati dovrebbero essere disponibili all’inizio della prossima settimana, poi si potrà procedere all’esame necroscopico dei resti. L’autopsia sarà eseguita dal medico legale Gina Quaglione. Basilare sarà anche l’esame tossicologico per capire se la ragazza abbia ingerito alcol, droghe o farmaci.

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