Contrada Scaccia, dove la donna denunciò di essere stata rapita

Tossicia: sequestrata e violentata, si è inventata tutto

Dopo 9 mesi di indagini la Procura mette sotto accusa la donna per simulazione di reato, un suo amico e un carabiniere forestale

TERAMO. Per la Procura non c’è stato alcun sequestro e alcun tentativo di violenza sessuale: dopo nove mesi di indagini è con le accuse di simulazione di reato e rivelazione di atti d’ufficio che il pm Enrica Medori chiude il fascicolo sul caso di una presunta violenza sessuale a Tossicia.

Sotto accusa sono finiti la donna che aveva detto di essere stata rapita da due uomini che avrebbero tentato di violentarla, un suo amico e un carabiniere forestale (quest’ultimo accusato di rivelazione di atti d’ufficio). Nei giorni scorsi il pm ha firmato e notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Nel fascicolo c’è una parte lesa: si tratta di un familiare della donna rappresentato dall’avvocato Mariangela Di Nisio.

I fatti risalgono al dicembre dell’anno scorso quando la donna, una 38enne, raccontò ai carabinieri di essere uscita di casa alle 8,30 per buttare la spazzatura, di essere stata avvicinata da un’auto con a bordo due uomini a volto coperto.

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Immediate le indagini avviate dai carabinieri con l’acquisizione di testimonianze e con l’esame delle immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza. In precedenza la donna aveva presentato una denuncia per molestie e nel giorno dei fatti avrebbe dovuto essere sentita in Procura.

Gli accertamenti fatti in questi mesi, a cominciare dalle tantissime testimonianze, hanno portato la Procura ad accusare la donna per simulazione di reato. (d.p.)
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