Tracce di sangue nel bagagliaio dell’auto dell'artigiano

Gli assassini ripresi dalle telecamere di un distributore mentre escono dalla Bmw di Di Silvestre per riempire una tanica, il benzinaio ha visto il volto di uno

TORTORETO. Non è ancora la svolta, ma una lettura coordinata degli indizi consente agli investigatori di mettere insieme le prime tessere del puzzle. Complesso e sfaccettato come l’omicidio di Demetrio Di Silvestre, il 56enne piastrellista di Tortoreto assassinato e bruciato. A cominciare da quelle macchie di sangue trovate nel bagagliaio della Bmw della vittima, da quei due uomini con il cappuccio della felpa in testa ripresi dalle telecamere di un distributore di carburante e dal racconto del benzinaio che ha visto il volto di uno dei due. Perchè quando in piena notte ha notato quell’uomo riempire una tanica di benzina si è avvicinato per chiedere se avesse bisogno di aiuto sentendosi rispondere: «No, grazie».

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Le immagini che imprimono un’accelerata alle indagini sono quelle catturate dalle telecamere del distributore di benzina di Montalto, sempre nell’Ascolano, con i due uomini nella macchina dell’artigiano il cui corpo molto probabilmente è già nel bagagliaio. I due avrebbero riempito di benzina una tanica da quindici litri e con questa sarebbero poi ripartiti in direzione dell’Ascensione dove il cadavere sarebbe stato bruciato. Nel bagagliaio della vettura, all’esame degli specialisti del Ris, il Luminol avrebbe evidenziato la presenza di alcune macchie di sangue che ora dovranno essere comparate con quello di Di Silvestre, uscito di casa martedì scorso per andare ad un appuntamento di lavoro a San Benedetto del Tronto e mai rientrato. E se la dinamica dell’omicidio comincia a prendere forma grazie ai supporti informatici (dalle telecamere al Gps della vettura), il movente resta un buco nero. Perchè se appare ormai certo che l’uomo sia stato attirato in una trappola con la scusa dell’appuntamento a San Benedetto, resta ancora da capire il perchè. Nella ridda di voci che si rincorrono c’è anche quella di presunti problemi economici, ipotesi smentitadai familiari agli investigatori. Che continuano ad ascoltare decine di amici e conoscenti. E tutti raccontano dell’artigiano solo famiglia e lavoro, sempre pronto ad aiutare gli altri. Agli esami degli investigatori da qualche giorno ci sono anche i tabulati telefonici del cellulare dell’uomo che martedì scorso è uscito di casa lasciandolo a casa. L’attenzione si concentra, in particolare, su alcune telefonate che l’uomo avrebbe ricevuto nella tarda serata di lunedì e su cui i carabinieri (che operano su delega del pm Umberto Monti) stanno facendo approfondimenti. E ieri mattina alla procura di Ascoli sono stati ufficialmente depositati i risultati del Dna che una settimana fa ha stabilito che quei resti carbonizzati sono del piastrellista di Tortoreto.

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