Tre cooperative senza stipendi da 6 mesi

I 60 dipendenti si occupano di anziani e disabili nel medio Vomano. I sindacati: una vergogna. Gatti: colpa dello Stato

CERMIGNANO. Sono sessanta, da sei mesi senza stipendio. Gli operatori di tre cooperative sociali, la Castelfino, la Futura e la Miriana, che costituiscono il consorzio Pegaso, svolgono servizi sociali per l’Unione dei Comuni “Colline del medio Vomano” che associa Penna Sant’Andrea, Cellino, Cermignano, Castellalto, Canzano, Basciano. Non solo: l’Unione ha stretto una convenzione anche con Bisenti, Arsita, Castiglione, Montefino e Castilenti. I sessanta operatori si occupano di trasporto disabili, assistenza scolastica e domiciliare in tutti questi centri.

«E’ in atto uno scaricabarile», esordisce Amedeo Marcattili, segretario provinciale della Fp Cgil, «la cooperativa non riceve soldi dall’Unione, che non li riceve dalla Regione, che non li riceve dallo Stato. Alla fine però l’unico a pagare è il lavoratore che non percepisce il salario. C’è chi ha dovuto prendersi le ferie perchè non aveva i soldi per pagare l’assicurazione dell’auto con cui andare a lavorare. E’ vergognoso». Oggi ci sarà l’assemblea del personale e il 21 una riunione con l’Unione dei Comuni, poi se non intervengono novità ci saranno iniziative di protesta. Il sindacalista della Fp Cisl Alberico Maccioni spiega che già in partenza i costi per il personale sono molto bassi, perchè si è proceduto con proroghe di vecchi appalti: ci sono operatori che prendono anche solo 400 euro al mese. «Abbiamo coinvolto la Regione e ci hanno detto che tutto dipende dal fatto che il governo centrale non svincola le somme di un determinato capitolo: scontiamo i continui tagli al fondo sociale. Ora tagliano anche l’assistenza agli utenti anziani ma che hanno figli: noi abbiamo un caso di un 92enne che ha un figlio di 75 anni, dovrebbero essere assistititi in due». I sindacati chiamano pesantemente in causa la Regione «che non può lavarsene le mani, almeno anticipi i 360mila euro con cui pagare gli arretrati». Salvatore Di Giuseppe dell’Ugl fa notare che «al di là della politica e del sindacato non si possono lasciare 60 famiglie senza soldi». Marcattili chiama in causa l’assessore regionale al sociale Paolo Gatti: «cinque anni fa fece il giro dei disabili del comprensorio dicendo che non li avrebbe abbandonati: ora sta abbandonando disabili e lavoratori». I sindacati sottolineano anche che nell’incontro che c’è stato in prefettura l’assessore non ha partecipato.

Ma Gatti non ci sta a sorbirsi le accuse. «Trovo veramente incredibile questo livello di inconsapevolezza», replica l’assessore regionale, «in questi anni la Regione Abruzzo ha finanziato gli enti d’ambito sociale facendo supplenza allo Stato nazionale con 25 milioni di euro in più, prendendoli in parte dai Fas 2000-2006 e in altra parte 2007-2013, in parte con fondi ex Pain. Consapevoli di dover dare priorità al lavoro e ai servizi per fasce più deboli, abbiamo distolto 25 milioni di euro per darli al sociale come precisa scelta politica, facendo quel che dovrebbe fare lo Stato. Stiamo 25 milioni a zero, fra quel che dico io e quel che dicono loro. Invece di fare strumentalizzazioni si informassero su quanto fatto con la Finanziaria e con l’ultima variazione di bilancio: abbiamo preso altri 3 milioni 300mila euro e li abbiamo “caricati” ulteriormente sulle politiche sociali. Ora basta con queste polemiche. So che c’è un problema di flusso di cassa su quell’ente d’ambito, sono in contatto con alcuni amministratori. Ma io non faccio il ragioniere. I sindacati piuttosto facciano pressione sui sindacati nazionali perchè il fondo sulle politiche sociali ritorni ad essere quelle di sette anni fa».

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