Truffa del terremoto I testi della difesa: lesioni per il sisma

3 Maggio 2014

CORROPOLI. Lesioni alle case spacciate come conseguenza del terremoto per ottenere fondi: è per provare questa accusa della procura che ieri è proseguito il processo per truffa a carico di un...

CORROPOLI. Lesioni alle case spacciate come conseguenza del terremoto per ottenere fondi: è per provare questa accusa della procura che ieri è proseguito il processo per truffa a carico di un geometra e cinque proprietari di immobili di Corropoli, uno dei quattro centri teramani fuori dal cratere finiti nell’inchiesta aperta dal pm Stefano Giovagnoni (nella foto) subito dopo il sisma del 2009 per accertare la veridicità di una serie di perizie redatte da vari professionisti sul nesso di causalità tra scosse ed edifici lesionati. Secondo la procura in tre casi il professionista e i proprietari di immobili avrebbero presentato delle perizie per certificare l’esistenza di lesioni provocate dal terremoto. Lesioni che, per la procura e il suo consulente tecnico Gabriele Di Natale, in realtà sarebbero precedenti al sisma. In particolare si fa riferimento ad un alloggio che sarebbe stato dichiarato inagibile già molti anni prima del terremoto. Complessivamente sarebbe stata erogata, in più tranche, una somma di circa 300mila euro. Ieri è proseguito il controesame del consulente della procura e sono stati ascoltati i primi tesi della difesa. Si tratta di persone, amici e conoscenti degli imputati, che hanno dichiarato di aver frequentato le case in questione e di non aver mai visto quelle lesioni prima del terremoto. Il processo davanti al giudice monocratico Roberto Veneziano è stato aggiornato al 27 giugno per l’audizione di altri testi citati dalle difese degli imputati. Non è escluso che l’istruttoria dibattimentale possa concludersi già in quell’occasione. La sentenza potrebbe arrivare giù entro il mese di luglio.

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