Un paziente ricoverato in un reparto Covid (foto d'archivio)

MONTORIO

Un imprenditore guarito: "Il sistema ha funzionato e sono vivo: grazie a tutti"

Il racconto di Massimo Di Carlantonio, 48 anni, ricoverato nell'ospedale di Teramo con una polmonite bilaterale: "Ho toccato con mano una sanità che mi ha permesso di superare la tragedia"

MONTORIO. "Da malato di Covid ho potuto toccare con mano un’Italia e una sanità pubblica che funzionano e che mi hanno permesso di superare questo brutto momento. A tutti dico grazie!» Queste le parole che Massimo Di Carlantonio, 48enne imprenditore di Montorio guarito dalla variante inglese del Covid dopo il ricovero nell’ospedale di Teramo per polmonite bilaterale. Tornato a casa da sua moglie Catia Di Luigi, giornalista, e dai figli Martina e Francesco, ha ripercorso i suoi giorni di calvario e ha affidato a una lettera i suoi ringraziamenti. "Erano i primi di marzo quando ho contratto il virus", racconta, "e da lì a poco è partita l’efficientissima macchina del tracciamento che l’amministrazione comunale di Montorio ha messo in piedi. Sì perché prima del tracciamento della Asl, il Comune aveva già avvertito preventivamente tutti i miei contatti affinchè si mettessero in isolamento fiduciario e si era messo a disposizione per qualsiasi
evenienza".
Massimo ha trascorso il primo periodo in casa con la moglie contagiata. "Nella stessa mattina ci è stato fornito, grazie all’ausilio dei volontari della Protezione civile nella persona di Francesca Pichinelli il saturimetro", prosegue, "e il medico di famiglia Alberto Iaonnucci, in sostituzione del nostro, ci ha assistiti professionalmente e umanamente giorno dopo giorno, passo dopo passo, con più chiamate". Tutto sembrava andare bene, ma la situazione precipita. "Inizio all’improvviso ad avere i primi problemi respiratori", racconta, "ho chiamato la guardia medica e la dottoressa Liliana Del Papa, comprendendo la gravità della situazione, ha attivato l’Usca. Sono stato visitato, in un paio d’ore mi sono ritrovato a salire, con le mie gambe, sull’ambulanza della Croce Bianca e poco dopo ricoverato per polmonite bilaterale".

Massimo ha trascorso 14 giorni nel reparto di malattie infettive. "Nonostante fossi da solo, non mi sono mai sentito solo", confida, "è vero che le medicine possono curare le malattie, ma le parole incoraggianti di un medico, di un infermiere, di un operatore socio-sanitario possono dare la forza di combattere da dentro. Mi sono sentito coccolato da tutti. Persone meravigliose che hanno la capacità di donare attenzioni e sorrisi nonostante le mascherine e che mi hanno fatto sentire il calore di una famiglia che in quel momento era lontana. Ringrazio Antonella D’Alonzo e la sua equipe, Francesco Delle Monache, il sindaco Fabio Altitonante, i volontari Croce Bianca l’associazionismo e tutti coloro che ogni giorno mettono professionalità, impegno, attenzione e cuore in quello che fanno".
©RIPRODUZIONE RISERVATA