Un termovalorizzatore nell'ex fornace

È la proposta dell'imprenditore Casimirri ai sindaci, che la respingono subito
NERETO. Ha avuto l'effetto di un pugno allo stomaco la proposta avanzata da un privato di realizzare un centro di stoccaggio rifiuti nell'area ex Briko di Nereto con annesso termovalorizzatore, che sarebbe il primo in Abruzzo. I sindaci di Nereto, Controguerra e Torano Nuovo insorgono e dicono subito no ad un impianto del genere, che sorgerebbe proprio al confine dei tre comuni.
L'area dell'ex fornace, già bomba ecologica per l'amianto che vi si trovava e per questo sequestrata anni fa, è stata acquisita dalla Immobiliare Mcm di Sant'Omero nel corso di un'asta fallimentare. Ora la società ha scritto a tutti e dodici i Comuni della Val Vibrata manifestando la volontà di mettere a disposizione i 72mila metri quadrati di superficie per un centro di trattamento dei rifiuti.
«L'area», è scritto nella missiva firmata dall'imprenditore privato Mario Casimirri, «sarebbe estremamente idonea per lo stoccaggio dei rifiuti vista la sua localizzazione, distante dai centri abitati e dove si potrebbe realizzare anche un termovalorizzatore che risolverebbe il problema rifiuti di tutta la Val Vibrata. Attraverso di esso, verrebbe meno l'esigenza di aprire nuove discariche e i rifiuti verrebbero utilizzati come fonte di energia e calore per produrre corrente e riscaldare acqua››. La società investitrice chiede ai sindaci di prendere atto dell'istanza. Ma i primi cittadini di Torano Nuovo, Dino Pepe, di Controguerra, Mauro Scarpantonio, e di Nereto, Stefano Minora, mostrano il pollice verso.
«Questa è una zona altamente popolata», dichiarano all'unisono Pepe e Scarpantonio, «siamo al centro di eccellenze enogastronomiche (vini doc, docg, paese del gusto), si sta investendo nel fotovoltaico. Inoltre si creerebbero problemi di viabilità e poi il piano provinciale dei rifiuti prevede solo un bioessiccatore a Teramo. Torano, con il 74 per cento di raccolta differenziata, è comune Riciclone. E le emissioni di diossine? E l'arrivo di ecoballe, che sono la materia prima per i termovalorizzatori?».
Il sindaco di Nereto, Minora, dichiara il suo personale dissenso «e domani (oggi per chi legge, ndc) ne discuteremo in maggioranza. Non mi sembra ci siano le condizioni e poi già una volta era stata paventata questa ipotesi, poi archiviata».
L'area dell'ex fornace, già bomba ecologica per l'amianto che vi si trovava e per questo sequestrata anni fa, è stata acquisita dalla Immobiliare Mcm di Sant'Omero nel corso di un'asta fallimentare. Ora la società ha scritto a tutti e dodici i Comuni della Val Vibrata manifestando la volontà di mettere a disposizione i 72mila metri quadrati di superficie per un centro di trattamento dei rifiuti.
«L'area», è scritto nella missiva firmata dall'imprenditore privato Mario Casimirri, «sarebbe estremamente idonea per lo stoccaggio dei rifiuti vista la sua localizzazione, distante dai centri abitati e dove si potrebbe realizzare anche un termovalorizzatore che risolverebbe il problema rifiuti di tutta la Val Vibrata. Attraverso di esso, verrebbe meno l'esigenza di aprire nuove discariche e i rifiuti verrebbero utilizzati come fonte di energia e calore per produrre corrente e riscaldare acqua››. La società investitrice chiede ai sindaci di prendere atto dell'istanza. Ma i primi cittadini di Torano Nuovo, Dino Pepe, di Controguerra, Mauro Scarpantonio, e di Nereto, Stefano Minora, mostrano il pollice verso.
«Questa è una zona altamente popolata», dichiarano all'unisono Pepe e Scarpantonio, «siamo al centro di eccellenze enogastronomiche (vini doc, docg, paese del gusto), si sta investendo nel fotovoltaico. Inoltre si creerebbero problemi di viabilità e poi il piano provinciale dei rifiuti prevede solo un bioessiccatore a Teramo. Torano, con il 74 per cento di raccolta differenziata, è comune Riciclone. E le emissioni di diossine? E l'arrivo di ecoballe, che sono la materia prima per i termovalorizzatori?».
Il sindaco di Nereto, Minora, dichiara il suo personale dissenso «e domani (oggi per chi legge, ndc) ne discuteremo in maggioranza. Non mi sembra ci siano le condizioni e poi già una volta era stata paventata questa ipotesi, poi archiviata».
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