Uova alla salmonella, otto intossicati

Due famiglie teramane, tra cui quattro bambini, finiscono in ospedale

TERAMO. In ospedale dopo aver mangiato delle uova. Due famiglie teramane, genitori e complessivamente quattro bambini, sono rimasti intossicati. La diagnosi è quella della salmonella, così come accertato dai test disposti dal servizio igiene e prevenzione degli alimenti della Asl. Molto probabilmente si tratta di uova raccolte nel pollaio di casa, visto che entrambe le famiglie gestiscono delle piccole aziende agricole, e mangiate poco cotte.

Gli otto malcapitati dopo alcuni giorni di ricovero sono stati dimessi. I primi ad accusare dei malori sono stati i bambini, finiti al pronto soccorso con diarrea, vomito e febbre. Successivamente è stata la volta degli adulti che anche con sintomi più lievi hanno ugualmente dovuto far ricorso alle cure dell'ospedale. I due nuclei familiari non hanno mangiato le stesse uova e sono finiti in nospedale a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro.

E' la seconda volta nel giro di un mese che nella provincia di Teramo si verifica una intossicazione da salmonella. A luglio, infatti, c'è stata la maxi intossicazione dopo un pranzo di pesce: cento persone, tra cui moltissimi bambini, sono finite in ospedale dopo aver mangiato in un self-service di Roseto. Un caso per cui la procura di Teramo ha aperto un'inchiesta e per cui già in quindici hanno presentato una denuncia per chiedere il risarcimento danni. Il self-service, dopo essere stato chiuso su disposizione della Asl, solo da qualche giorno ha riaperto al pubblico. I primi test fatti hanno confermato la salmonella, ma l'iter predisposto dall'ufficio igiene e prevenzione degli alimenti della stessa azienda sanitaria non è ancora concluso e si attendono i risultati di altri esami fatti su alcuni resti di cibo.

Secondo alcuni pazienti la vera responsabile dei di casi di intossicazione alimentare sarebbe stata un insalata di mare con del pesce evidentemente scaduto o mal conservato. A raccontarlo sono stati proprio alcuni dei ricoverati nei vari ospedali. Non si tratta solo di turisti ma anche di persone della zona o arrivate dai paesi dell'interno per trascorrere una giornata al mare. Il self service si trova infatti in prossimità del lungomare ed è molto frequentato, soprattutto nei week end, da chi si trova in spiaggia proprio per la pausa pranzo. E così un mese fa, dopo aver mangiato la stesso piatto incriminato, tutti hanno accusato gli stessi sintomi, cioè vomito, diarrea, nausea e febbre alta e si sono riversati in massa nelle guardie mediche e nei pronto soccorso degli ospedali per farsi visitare. Per molti di loro è stato sufficiente un trattamento a base di farmaci anti dissenteria e reintegrazione di liquidi mentre per alcuni è stato necessario il ricovero. (d.p.)

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