Varrassi, la procura chiede il terzo processo per l’ex manager

E’ indagato per falso materiale e soppressione: per il pm Rosati avrebbe ritardato l’avvio di un procedimento disciplinare nei confronti di quattro dirigenti Asl coinvolti in un’inchiesta
TERAMO. Dopo le auto blu, il caso Robimarga e il centro di fecondazione assistita, si chiude con un’altra richiesta di rinvio a giudizio il terzo fascicolo aperto dalla procura sull’ex manager dell’Asl Giustino Varrassi. Nei giorni scorsi il pm Davide Rosati ha chiesto il processo contestando i reati di falsità materiale e soppressione: il caso è quello di un procedimento disciplinare nei confronti di quattro dirigenti che, secondo l’accusa, l’ex manager avrebbe fatto partire in ritardo. Per la procura Varrassi, una volta ricevuta la segnalazione del procedimento penale a carico dei quattro dirigenti «atto datato 10 gennaio 2012» avrebbe sottratto o occultato l’atto sino all’11 maggio 2012. «Solo in epoca immediatamente precedente a tale data», si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, «il prevenuto provvedeva a trasmettere l’informazione della procura alla segreteria di direzione che, a sua volta, inoltrava il documento al locale ufficio per i procedimenti displinari». Per la cronaca i quattro, finiti sotto accusa per una gara di appalto, sono stati successivamente assolti sia dal procedimento penale con non luogo a procedere che dal procedimento disciplinare.
Varrassi è a processo (prima udienza a settembre) per truffa e peculato per aver fatto uso personale dell’auto di servizio. Nell’ambito dell’inchiesta sulle auto blu il pm Rosati aveva chiesto gli arresti domiciliari per Varrassi che nel frattempo ha risarcito la Regione: richiesta, quella dei domiciliari, che all’epoca venne respinta dal gip.
Nell’altro procedimento, quello del caso Robimarga, Varrassi è coinvolto insieme al direttore sanitario Camillo Antelli, all’ex direttore amministrativo Lucio Ambrosj, ai dirigenti Maurizio Di Giosia, Vittorio Scuteri, Corrado Foglia e Gabriella Palmeri: tutti sono accusati di abuso d’ufficio.
Per la vicenda Robimarga, l’urologo ed ex assessore comunale all’urbanistica del Pdl nel frattempo condannato a tre anni ed otto mesi per truffa e peculato e sospeso dall’azienda sanitaria, il fatto centrale è che la Asl più di un anno fa gli aveva affidato la direzione dell’unità operativa semplice dipartimentale di urologia endoscopica a Giulianova: questo, sostiene la procura, a dispetto dell’inchiesta penale per peculato e truffa che lo aveva da poco coinvolto. Secondo la procura la commissione disciplinare (composta dai cinque dirigenti)avrebbe indebitamente sospeso la procedura disciplinare a carico di Robimarga scaturita dalla sospensione del medico disposta dal gip con un’ordinanza.
Di recente, inoltre, per Varrassi è arrivata la citazione diretta a giudizio per il centro di fecondazione assistita che, secondo l’accusa, sarebbe stato aperto senza permessi.(d.p.)
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