Politica comunale

Verso una giunta a nove per far rifiatare Brucchi

Il sindaco di Teramo ha troppe deleghe, così non può pensare alla pianificazione della città. Dodo Di Sabatino rientra e ci sarà posto per un altro esponente di Futuro In

TERAMO. Questione di giorni e la giunta Brucchi sarà allargata dai sette attuali a otto o più probabilmente a nove assessori. Meglio sarebbe dire, in realtà, che tornerà come minimo alle dimensioni che aveva prima delle dimissioni del delegato alla cultura Marco Chiarini e al massimo a quelle iniziali, precedenti la crisi politica che l’anno scorso portò a rimpasto ed epurazioni.

All’epoca i verbi più usati nelle stanze della politica locale erano “tagliare”, “ridurre”, “sfrondare” e simili. Poi il terremoto e le altre calamità naturali che si sono abbattute sulla città hanno cambiato del tutto la prospettiva. Quello che è accaduto sicuramente ha determinato una mole di lavoro molto maggiore per l’amministrazione, ma meglio sarebbe dire per il sindaco Maurizio Brucchi: che un po’ perché accentratore di natura, un po’ per carenze altrui, da mesi fa l’uomo-ovunque. Il sindaco attualmente ha le deleghe a bilancio, cultura, ricostruzione, pianificazione strategica, polizia municipale, affari generali, Ced. Un carico di lavoro enorme, a cui si aggiungono i rapporti con gli enti superiori che in questo momento sono fondamentali. Se non altro per sgravare lui da tutte le deleghe che si è assunto, consentendogli di lavorare con più calma sui grandi progetti per ridisegnare una città che dopo il sisma non sarà più la stessa, ma soprattutto per far funzionare meglio una macchina amministrativa che appare in sofferenza, il ritorno a otto o a nove è ritenuto ampiamente giustificato dai vertici del centrodestra cittadino. E dunque si farà, con buona pace di chi grida allo spreco e al poltronificio. Del resto, non sfugge a nessuno che non è tanto il numero di assessori – sette, otto o nove – a contare, quanto il funzionamento dell’amministrazione. Che certamente può fare di più di quanto ha fatto finora ed è chiamata, dal momento storico che sta vivendo la città, a fare molto di più.

L’ingresso nell’esecutivo di Alfonso “Dodo” Di Sabatino Martina è stato da tempo annunciato ed è scontato. Probabilmente l’ex vice sindaco avrà la delega alla ricostruzione e non è affatto detto che questo ritorno in giunta sia legato alla sua designazione a candidato sindaco del centrodestra nelle prossime comunali. A Dodo su questo non sono state date garanzie e lui stesso non l’ha posta come una questione di vita o di morte. Sul tavolo dunque è rimasta solo la questione Futuro In, e cioè se il gruppo di Paolo Gatti andrà a modificare o no la sua presenza qualitativa e quantitativa in giunta. Tutto fa pensare di sì.

Quadrato il cerchio della “nuova” giunta, per il centrodestra cittadino si aprirà una lunga stagione di nomi da scegliere e poltrone da assegnare. Il 30 aprile prossimo scadono presidente e consigliere della Teramo Ambiente, e nella municipalizzata che si occupa di rifiuti dovranno essere cambiati anche presidente e del collegio dei revisori e revisore. A luglio scadono presidente collegio dei revisori e revisore della Ruzzo Reti e poi c’è la partita della Fondazione Tercas. Sarà un lungo valzer di nomine, rispetto al quale l’allargamento della giunta comunale appare una bazzecola.(d.v.)

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