Vigilanti nei bar a prezzi stracciati

Accordo dei titolari con un istituto, decolla l'ordinanza del Comune

TERAMO. Gli steward per i locali pubblici costano 14,50 euro all'ora. I titolari di bar, pub e pizzerie che organizzano karaoke, musica dal vivo e altri intrattenimenti hanno definito un accordo con un istituto di vigilanza privata e questo accordo stabilisce un costo fisso, decisamente sostenibile, per il servizio notturno richiesto dal Comune.

«Nei primi giorni successivi all'emissione dell'ordinanza che impone la sorveglianza», spiega l'assessore al commercio Mario Cozzi, «le richieste di autorizzazione temporanea per pubblici spettacoli sono diminuite». Superato l'impatto iniziale, però, i titolari di pubblici esercizi si sono organizzati e l'organizzazione di iniziative destinate ad attirare clienti è ripresa con il ritmo consueto.

Secondo l'assessore, l'effetto positivo è stato anche determinato dall'intesa che ha contenuto i costi della vigilanza. «C'era il timore di spese esorbitanti, che oscillavano tra i 40 e 50 euro all'ora», afferma, «ma la soluzione trovata dai proprietari dei locali ha fatto attestare il prezzo del servizio entro limiti accettabili».  Di solito le guardie giurate che tengono d'occhio il locale durante le serate sono impegnate da mezzanotte alle tre, nel periodo di maggiore afflusso di clienti fino al momento della chiusura.

L'amministrazione, comunque, non ha attivato controlli specifici tramite i vigili urbani per verificare il rispetto dell'ordinanza. «Non ce n'è bisogno», sostiene Cozzi, «visto che insieme alla richiesta di autorizzazione temporanea per pubblici spettacoli l'esercente deve consegnare in Comune anche la copia del contratto sottoscritto con l'istituto di vigilanza».

Un giro di vite è previsto invece per i titolari di bar e pub che di notte trasformano i loro locali in piccole discoteche con musica a tutto volume. «Attiveremo controlli più serrati», afferma l'assessore, «c'è sempre qualcuno che fa il furbo, ma in proporzione si tratta di una percentuale di esercenti minima in confronto a chi rispetta le regole».

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