Vinitaly, dimenticati i vini del Teramano

La Regione esclude dalle degustazioni la Docg "Colline teramane"

TERAMO. L'emblema dei vini teramani dimenticato dalla Regione. Alla principale vetrina dedicata al settore, che si è aperto ieri, non sarà proposta la degustazione dell'unica Docg abruzzese, il "Colline teramane". Uno smacco per le più di 75 aziende teramane associate al consorzio di tutela della Docg "Colline teramane".

Il consorzio si è già fatto sentire con una lettera di protesta alla Regione e all'Arssa, che organizza la presenza abruzzese all'evento di Verona. «L'Arssa ha organizzato degustazioni sul Montepulciano d'Abruzzo Doc, sull'Abruzzo Doc Passerina e sul Cerasuolo d'Abruzzo Doc, dimenticando in toto le "Colline teramane", un'eccellenza mai fatta degustare in un panorama importante come il Vinitaly», esordisce il direttore del consorzio, Gianfranco Rosa, «non vogliamo fare i vittimisti, ma evidenziare il nostro dissenso, che è quello dei produttori aderenti al consorzio, che rappresentano il 90% delle fascette commercializzate e in totale 30-35 etichette. Ogni anno la Regione dimentica di avere una Docg unica in Abruzzo, cioè un'eccellenza». La Docg (denominazione di origine controllata e garantita) "Colline teramane" è una delle 53 esistenti in Italia, a fronte di più di 300 Doc (denominazione di origine controllata).

«Abbiamo esempi di Regioni», riprende, «che si sono operate per far diventare Docg propri vini che non ne avevano bisogno, come il Morellino di Scansano o l'Amarone, per avere quella "G" che tanto conta. Invece la nostra Regione si dimentica di avere una Docg che coinvolge un'intera provincia, la teramana. Questo è un valore aggiunto: prende in considerazione un territorio vasto. La dimenticanza, anche da un punto di vista territoriale, non è piccola».

Rosa fa notare che la stessa dimenticanza c'è stata nella scorsa edizione del Vinitaly.
«Quest'anno poi», rileva, «si arriva a fare una degustazione al Vinitaly, spendendo energie e fondi, per promuove una demonimazione, l'Abruzzo Doc Passerina, che ad oggi ha una rilevanza di mercato rasente lo zero: ci sono pochissime bottiglie in commercio, essendo stata istituita nella vendemmia 2010. E' uno sforzo in termini economici che non ha un reale ritorno di mercato». La riforma europea, infatti, ha spostato la tutela dal vitigno al luogo d'origine. In pratica il vino non potrà più essere chiamato col nome del vitigno, ad esempio Montepulciano d'Abruzzo.

«La Regione, in maniera lungimirante, ha programmato il nuovo disciplinare, ma la degustazione è prematura», conclude, «le bottiglie non si trovano, è una promozione inutile. Non voglio credere a una volontà di penalizzare la nostra Docg, ma ci dispiace notare che casualmente sempre il nostro vino viene escluso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA