Violenza di gruppo sul lungomare, revocati gli arresti

Accolte le istanze dei difensori dei 6 ragazzi di Sant’Egidio ai domiciliari. Il giudice: «È venuta a mancare la gravità indiziaria»
TERAMO. L’interrogatorio della ragazza in sede di incidente probatorio ha creato uno spartiacque tra il prima e il dopo del fascicolo giudiziario aperto per violenza sessuale di gruppo. Per il giudice Lorenzo Prudenzano è venuta meno la gravità indiziaria e sulla base di questo ha scarcerato i sei ragazzi di Sant’Egidio alla Vibrata da quaranta giorni agli arresti domiciliari revocando le misure cautelari in accoglimento delle istanze presentate dagli avvocati difensori e per cui solo in un caso c’è stato il parere positivo della pm Enrica Medori (titolare del fascicolo). La ventenne teramana parte offesa, nel corso dell’interrogatorio in sede di incidente probatorio ha confermato i palpeggiamenti subiti sul lungomare di Tortoreto ma ha precisato di non sapere da parte di chi quella sera era presente.
«La persona offesa ha confermato le insensate aggressioni fisiche perpetrate da un gruppo di giovani», scrive il giudice nell’ordinanza, «la dichiarante, oltre a consegnare una divergente ricostruzione delle condotte sessualmente abusanti, non ha indicato o riconosciuto gli autori materiali delle stesse, pur a fronte delle contestazioni in aiuto della memoria effettuate dalla rappresentante del pubblico ministero e delle richieste di chiarimento del giudicante, e ha finito per porre in discussione la puntualità del ricordo manifestato a suo tempo al riguardo nelle sommarie informazioni rese davanti alla polizia giudiziaria; se è vero che ai fini cautelari occorre effettuare una valutazione complessiva degli elementi di prova a disposizione, non può che essere riconosciuta la preminenza, quantomeno sul piano epistemologico, delle dichiarazioni rese nel contraddittorio fra le parti dalla persona offesa; il riconoscimento di tale preminenza induce, sul piano probatorio e ai fini cautelari che qui interessano, a ritenere venuta meno la gravità indiziaria in merito all'identità di coloro che avevano materialmente o moralmente partecipato alla violenza sessuale in danno della persona offesa, con conseguente sopravvenuta mancanza dei presupposti per il mantenimento del trattamento cautelare attivato nei confronti degli indagati sottoposti a cautela».
I fatti si sono verificati nella notte del 12 luglio scorso sul lungomare di Tortoreto. Qui la ragazza e il suo fidanzato, che erano in compagnia di altri amici, sono intervenuti per soccorrere un 18enne poco prima aggredito dai ragazzi di Sant’Egidio. Da un momento all’altro, questa l’accusa della Procura, i due si sono ritrovati accerchiati dal gruppo di ragazzi di Sant’Egidio che – sostiene sempre l’accusa – hanno picchiato il giovane sferrandogli un pugno a un occhio, facendolo cadere a terra. Contemporaneamente, sempre secondo la Procura, hanno aggredito la ragazza strappandole la maglietta e toccandola nelle parti intime. Nel corso degli interrogatori di garanzia fatti dopo le misure tutti gli indagati hanno respinto l’accusa di violenza.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Gennaro Lettieri, Gabriele Rapali, Florindo Tribotti, Alessandro Angelozzi, Giuseppe Di Domenico, Nello Di Sabatino, Stefano Chiodini, Stefano Di Filippo e Silvia Morgante. La parte offesa è assistita dall’avvocato Nicola Sotgiu.
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