Violenza sessuale sul lungomare dopo la rissa: «Mi hanno toccata, ma non so chi sia stato»

11 Ottobre 2025

La ventenne teramana sentita per ore davanti al giudice nel corso dell’incidente probatorio. Gli avvocati difensori hanno presentato istanza di scarcerazione per i 6 agli arresti domiciliari

TERAMO. I suoi vent’anni sanno di coraggio. Perché ha denunciato e raccontato di essere stata accerchiata, picchiata e palpeggiata da un gruppo di coetanei. Lo ha denunciato qualche mese fa, lo ha ribadito ieri nel corso di un lungo incidente probatorio. Sei ore in cui la ventenne teramana parte offesa nel procedimento che vede indagati per violenza sessuale di gruppo 12 ragazzi di Sant’Egidio alla Vibrata (di cui sei finiti agli arresti domiciliari) ha ricostruito i fatti rispondendo alle domande di pm e avvocati difensori, confermando di essere stata picchiata, accerchiata e palpeggiata in una serata da incubo: «Mi hanno toccata, non so chi tra coloro che c’erano quella sera».

L’incidente probatorio chiesto dalla pm Enrica Medori si è svolto davanti al giudice Lorenzo Prudenzano e al termine dell’udienza gli avvocati dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni finiti ai domiciliari (alcuni con il permesso di andare a scuola e al lavoro) hanno presentato istanza di scarcerazione e hanno allegato il contenuto di una telefonata intercorsa tra la ragazza e uno degli indagati in cui, secondo l’accusa, quest’ultimo proponeva soldi per non presentare denuncia. Nelle scorse settimane la ragazza è stata ricevuta dal prefetto Fabrizio Stelo.

La violenza è esplosa nella notte del 12 luglio scorso sul lungomare di Tortoreto. Qui la ragazza e il suo fidanzato, che erano in compagnia di altri amici, sono intervenuti per soccorrere un 18enne poco prima aggredito dai ragazzi di Sant’Egidio e finito in ospedale con una prognosi di un mese. Da un momento all’altro, questa l’accusa della Procura, i due si sono ritrovati accerchiati dal gruppo di ragazzi di Sant’Egidio che – sostiene sempre l’accusa – hanno picchiato il giovane sferrandogli un pugno a un occhio, facendolo cadere a terra dopo averlo preso a calci e. Contemporaneamente, sempre secondo l’accusa della Procura, hanno aggredito la ragazza strappandole la maglietta e toccandola nelle parti intime. E chi non lo ha fatto, per l’accusa, è rimasto a guardare senza fermare gli altri.

Dopo i fatti la ragazza sarebbe stata prima contattata per non denunciare e successivamente, insieme al fidanzato, minacciata di morte qualora lo avesse fatto. «Con», ha scritto il giudice Prudenzano nell’ordinanza cautelare, «modalità commissive espressione dell’inclinazione degli indagati a perdere facilmente i freni inibitori, agire in branco, perpetrare violenze eclatanti quanto insensate. Misure cautelari meno afflittive appaiono destinate all’inefficacia poiché è del tutto da escludere che gli indagati siano dotati di adeguata capacità di autogoverno responsabile e siano in grado di rispettare autonomamente le blande prescrizioni cautelari non implicanti la custodia astenendosi dal reiterare condotte delittuose». Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Gennaro Lettieri, Gabriele Rapali, Florindo Tribotti, Alessandro Angelozzi, Giuseppe Di Domenico, Nello Di Sabatino, Stefano Chiodini, Stefano Di Filippo e Silvia Morgante. La parte offesa è assistita dall’avvocato Nicola Sotgiu.

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