Vongolari invadono il nuovo parco

Pesca vietata, ottanta barche entrano per protesta nella riserva marina
GIULIANOVA. Una flotta di vongolare invaderà l'area marina protetta "Torre del Cerrano" inaugurata appena qualche giorno fa. Ottantaquattro imbarcazioni, chi in partenza dal porto di Giulianova e chi da quello di Pescara, getteranno le ancore all'ombra dell'antica torre costiera. Una protesta annunciata per i primi giorni di agosto, quando i turisti saranno più numerosi.
I pescatori, dunque, non ci stanno ad essere tagliati fuori dalla nuova riserva marina istituita di recente. Giovanni Di Mattia, presidente del Co.ge.vo., consorzio che raggruppa i titolari di vongolare, dice: «Nei primi giorni dello scorso maggio è stato raggiunto un accordo per costituire "Il corridoio del parco", ma ad oggi per la nostra categoria esistono solo rigidi divieti. Chiediamo che vengano rispettati gli impegni assunti per una forma di pesca a tutela dell'ambiente marino». Lo stesso Di Mattia aggiunge: «Vogliamo risposte chiare da parte della Regione Abruzzo e del ministero dell'Ambiente come pure auspichiamo che venga mantenuta la promessa per l'ingresso di un nostro rappresentante all'interno del Consiglio di Amministrazione del Parco del Cerrano.
Da sottolineare che nessun politico, compreso il ministro Gianfranco Rotondi intervenuto venerdì scorso all'inaugurazione, ha speso una parola per il nostro consorzio e per le problematiche dei marittimi che rimarranno senza mare e senza lavoro». Sulla spinosa questione interviene anche Walter Squeo, rappresentante Federpesca per l'Abruzzo, che sottolinea: «Quello delle vongole è l'unico settore ittico produttivo che genera reddito e che, paradossalmente, rischia di essere soffocato come accaduto per il comparto del pesce azzurro. Abbiamo prodotto tante denunce per l'inquinamento dei fiumi e siamo rimasti fermi volontariamente per mesi e mesi dopo le morìe prodotte dai corsi d'acqua che hanno portato veleni verso il mare. Nel 2009 non abbiamo pescato per circa quattro mesi al fine di consentire la riproduzione delle vongole dopo i danni dei mesi precedenti. Ora chiediamo di poter lavorare. Ci hanno sottratto sette chilometri di mare e di questo passo saremo costretti, oltre a mettere in campo una manifestazione eclatante, a richiedere i danni alla Regione, all'Ente Parco ed al ministro dell'Ambiente».
La marineria è sempre in attesa che la lettera dell'assessore regionale Mauro Febbo al ministro dell'Ambiente abbia una risposta. Nella missiva è stata sottolineata la volontà di creare una nuova "zona D" all'interno della quale c'è l'impegno per la pratica di una pesca sostenibile all'insegna di rigorose regole di gestione.
I pescatori, dunque, non ci stanno ad essere tagliati fuori dalla nuova riserva marina istituita di recente. Giovanni Di Mattia, presidente del Co.ge.vo., consorzio che raggruppa i titolari di vongolare, dice: «Nei primi giorni dello scorso maggio è stato raggiunto un accordo per costituire "Il corridoio del parco", ma ad oggi per la nostra categoria esistono solo rigidi divieti. Chiediamo che vengano rispettati gli impegni assunti per una forma di pesca a tutela dell'ambiente marino». Lo stesso Di Mattia aggiunge: «Vogliamo risposte chiare da parte della Regione Abruzzo e del ministero dell'Ambiente come pure auspichiamo che venga mantenuta la promessa per l'ingresso di un nostro rappresentante all'interno del Consiglio di Amministrazione del Parco del Cerrano.
Da sottolineare che nessun politico, compreso il ministro Gianfranco Rotondi intervenuto venerdì scorso all'inaugurazione, ha speso una parola per il nostro consorzio e per le problematiche dei marittimi che rimarranno senza mare e senza lavoro». Sulla spinosa questione interviene anche Walter Squeo, rappresentante Federpesca per l'Abruzzo, che sottolinea: «Quello delle vongole è l'unico settore ittico produttivo che genera reddito e che, paradossalmente, rischia di essere soffocato come accaduto per il comparto del pesce azzurro. Abbiamo prodotto tante denunce per l'inquinamento dei fiumi e siamo rimasti fermi volontariamente per mesi e mesi dopo le morìe prodotte dai corsi d'acqua che hanno portato veleni verso il mare. Nel 2009 non abbiamo pescato per circa quattro mesi al fine di consentire la riproduzione delle vongole dopo i danni dei mesi precedenti. Ora chiediamo di poter lavorare. Ci hanno sottratto sette chilometri di mare e di questo passo saremo costretti, oltre a mettere in campo una manifestazione eclatante, a richiedere i danni alla Regione, all'Ente Parco ed al ministro dell'Ambiente».
La marineria è sempre in attesa che la lettera dell'assessore regionale Mauro Febbo al ministro dell'Ambiente abbia una risposta. Nella missiva è stata sottolineata la volontà di creare una nuova "zona D" all'interno della quale c'è l'impegno per la pratica di una pesca sostenibile all'insegna di rigorose regole di gestione.
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