Abruzzo, assessori a briglia corta: D’Alfonso non vuole solisti

20 Giugno 2014

Prima delle deleghe il governatore chiarisce. Il marsicano Di Pangrazio presidente del Consiglio

L’AQUILA. «Mai più un assessore solitario, tutti saranno sottoposti all’azione di sollecitazione dei capogruppo di maggioranza e dei presidenti di commissione». Alias: nessuno pensi di fare come gli pare. Un concetto ribadito dal governatore, Luciano D’Alfonso, che stavolta ha scelto di citare «un grande ex sindaco, Massimo Cacciari (Venezia), il sindaco del fare» per “battezzare” il giorno dell’ufficializzazione della squadra di governo, nella sede aquilana della giunta, a Palazzo Silone.

Un concetto che sarà messo nero su bianco nel decreto di nomina degli assessori, in cui si dirà che il presidente della Regione dovrà essere “supervisore” di tutte le scelte e decisioni assessorili. Si prospetta, dunque, una Regione “presidentocentrica”. Certo, più snella dell’ultima: sei assessori al posto di dieci.

ASSESSORI. Sono Giovanni Lolli (vicepresidente della giunta e assessore esterno), Bartolomeo Donato Di Matteo, Mario Mazzocca, Silvio Paolucci, Dino Pepe e Marinella Sclocco: cinque del Pd e uno di Sel (Mazzocca).

IL NODO DELEGHE. Funzioni e materie di competenzasaranno conferite successivamente «perché a partire da questa legislatura», chiarisce D’Alfonso, «sono sei e si deve ristabilire un giusto equilibrio per il quale c'è bisogno di un processo di razionalizzazione, nel quale tener conto del programma e dell'omogeneità delle competenze rispetto alle funzioni assessorili».

Il governatore si è sbilanciato soltanto su Paolucci: per lui è pronta la delega su Programmazione economica, Bilancio, Risorse umane e Sanità: un superassessorato che sottintende molto lavoro e forse pure qualche preoccupazione, nonostante il sorriso che l’assessore ha mostrato per tutta la durata della conferenza stampa.

Importante il ruolo che ha la figura e la funzione del consigliere Camillo D'Alessandro, futuro sottosegretario dell'Ufficio di presidenza. Ossia, «il punto centrale del confronto tra giunta e consiglio regionale. Il più stretto collaboratore del presidente». Consigliere speciale del presidente è Claudio Ruffini, “alter ego” di D’Alfonso.

Sulle altre deleghe il presidente ha lasciato che si leggesse fra le righe delle sue parole: ha definito Di Matteo «uomo dotato di plasticità, dalla grande esperienza amministrativa», mentre Pepe è «un amministratore che viene dal Teramano lontanissimo e dalla Val Vibrata colpita dalla crisi industriale». Della Sclocco, D’Alfonso ha sottolineato «l’impegno per il sociale», lasciando trapelare la delega al welfare. Del vicepresidente Lolli, ha evidenziato «il suo essere un rappresentante delle ragioni e dei bisogni della sua città, L’Aquila, e del cratere sismico da ricostruire».

Non sarà costituito, tuttavia, un assessorato alla Ricostruzione, come inizialmente paventato; a precisarlo è stato lo stesso Lolli: «La Regione ha già competenze su materie specifiche e utili per essa, come, ad esempio, quelle in materia urbanistica». Mazzocca è «un esponente di una cultura plurale, che conosce problematiche del suolo e del sottosuolo, sindaco di un paese, Caramanico, che è bandiera di un ambientalismo riuscito».

Presiede il consiglio regionale il marsicano Giuseppe Di Pangrazio, mentre Lucrezio Paolini è il vicepresidente.

PRIORITÀ. Saranno «gettate le basi per un’impresa facile», ha detto D’Alfonso, «aiutare L’Aquila a rimettersi in piedi, potenziare le infrastrutture (ferrovie, aeroporti, porti, ma anche banda larga e digitalizzazione), razionalizzare l’Ente e le sue società dall’interno». In tal senso, «non si farà più un’assemblea di società in cui si prendono decisioni di cui la Regione non sia messa al corrente».

Razionalizzazione anche degli Enti di ricerca (Mario Negri Sud, per fare un esempio), dell’azienda per il trasporto pubblico Arpa e quella che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo, la Saga.

«Questo è un giorno speciale e questa giunta dovrà essere il miglior prodotto d’Abruzzo», conclude D’Alfonso.

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