Abruzzo, l'automotive spinge l'export

Nel 2011 crescita regionale del 14,7%, ma i valori restano sotto quelli precedenti la crisi

PESCARA. Automotive e agroalimentare trainano in Abruzzo le esportazioni portando il fatturato dai 6 miliardi 338 milioni del 2010 ai 7 miliardi 267 milioni nello scorso anno. Un balzo secondo l'Istat del 14,7% contro l'11,4% della media italiana.

Non è, come potrebbe sembrare, una conferma dell'uscita definitiva dell'Abruzzo dalla crisi, ma è certamente un buon segnale all'interno di un sistema economico che soffre ancora soprattutto nel comparto delle piccole e medie imprese e delle costruzioni, registrando infine un calo costante dei consumi interni (i dati di ieri del Cresa e quelli della Cassa integrazione di febbraio lo dimostrano). E comunque il fatturato dell'export, che rappresenta quasi il 27% del Pil regionale, contro una media nazionale del 23%, non ha ancora agganciato i valori precrisi. Nel 2008, l'anno in cui la tempesta finanziaria si era già trasferita in Europa dopo l'avvio negli Stati Uniti nel 2007, l'Abruzzo esportò beni per 7 miliardi 678 milioni di euro (il 40% dal settore mezzi di trasporto): dobbiamo dunque recuperare ancora quasi mezzo miliardo sui mercati esteri. E restano comunque irrisolti i nodi strutturali che frenano l'economia regionale, come fanno notare gli imprenditori: infrastrutture, portualità, snellimento burocratico, sistema fiscale più leggero (vedi servizio in basso).

Venendo ai dati diffusi ieri dall'Istat. L'Abruzzo, con il +14,7%, è la terza regione italiana per crescita percentuale dell'export, dopo Puglia (17,9%) e Sicilia (15,5%) e assieme alla Liguria. In particolare, nell'ambito delle vendite verso i Paesi comunitari, l'Abruzzo fa registrare una crescita del 15,1%, seconda solo a quella pugliese (+16,8%). Per quanto riguarda le esportazioni nei Paesi al di fuori dell'Unione Europea, la crescita abruzzese raggiunge invece il 13,5%.

A livello territoriale, tra le province che presentano una dinamica particolarmente sostenuta delle esportazioni, spicca quella di Chieti, con una crescita del 17% (pesa naturalemnte il distretto della Val Di Sangro). Non vanno male neppure le province di Pescara e Teramo. Tra quelle che, invece, mostrano incrementi più contenuti, c'è la provincia dell'Aquila (-8,4%). Per quanto concerne, infine, i settori di attività spiccano i macchinari e gli apparecchi, con una crescita del 39,6%, i prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (+34%), i prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere (+30,4%), i mezzi di trasporto (+22,8%) e i prodotti dell'agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+20,3%). Contrazioni si registrano nel caso di prodotti petroliferi e raffinati (-18,9%), della carta e dei prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati (-12,7%) e del legno (-10,4%).

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