Acerbo: "In Abruzzo doppi vitalizi tornati alla chetichella"

Il segretario di Rifondazione Comunista invita il consiglio regionale ad approvare "una legge che ponga fine a questo scandalo"
PESCARA. “In Abruzzo i doppi vitalizi sono tornati alla chetichella”. Lo evidenzia in una nota Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea. "Quando ero consigliere regionale - spiega - riuscii dopo una lunga lotta a porre fine allo scandalo dei doppi e tripli vitalizi. La mia proposta di legge superò tutti i ricorsi e fu seguita da altre regioni. In sintesi la legge imponeva a chi beneficiava di doppio vitalizio perché anche ex parlamentare di rinunciare a quello regionale. Dal 2014 noi di Rifondazione Comunista non siamo più in consiglio regionale. In nostra assenza, alla chetichella e con la complicità di tutti nel 2019 è stata reintrodotta la possibilità di cumulare i vitalizi".
La scusa, aggiunge Acerbo, “l'ha fornita il governo gialloverde Conte-Salvini, con la ministra leghista Erika Stefani, che aboliva per finta i vitalizi con un trucchetto. Sostanzialmente venivano presentati come contribuzione ma il coefficiente non è quello con cui si calcolano le pensioni dei lavoratori. In Abruzzo avevamo abolito del tutto i vitalizi nel 2011 e grazie al governo populista sono tornati. Ovviamente il consiglio regionale poteva fare una nuova legge ma non l'ha fatta nonostante la presenza massiccia del M5S. Con la scusa che i vitalizi sarebbero stati ricalcolati come contributi si è pensato bene di non approvare neanche una nuova legge che vietasse il cumulo dei vitalizi”.
Dunque dal 2019, “senza che l'opinione pubblica se ne accorgesse”, sono stati reintrodotti “doppi e anche tripli vitalizi. A percepire sono 137 fortunati ma il numero crescerà ogni qual volta un consigliere regionale diventerà parlamentare. È una vergogna. Faccio presente che altre regioni, come l'Emilia Romagna, hanno riapprovato una legge che vieta il cumulo. In Abruzzo invece no. Chiedo che il consiglio regionale ponga riparo con una legge che ponga fine a questo scandalo”, conclude Acerbo.
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