Appalti e terremoto, Bertolaso: "La Btp ha vinto la gara europea"

Il capo della Protezione civile assicura che la Baldassini-Tognozzi-Pontello, i cui vertici sono indagati a Firenze,  non è coinvolta negli appalti del G8 alla Maddalena e ha ottenuto i lavori con un ribasso d’asta

L’AQUILA. Prima la presenza a Montecitorio per l’esame del decreto legge emergenze, poi in Calabria per la montagna franata, quindi di nuovo a Roma. Guido Bertolaso, da noi contattato al telefono, ha voglia di parlare agli aquilani. Il capo della Protezione civile, a dispetto della sua voce provata, appare battagliero.

Dottor Bertolaso, lei e Gianni Letta avete sostenuto che gli sciacalli non hanno preso soldi per la ricostruzione dell’Aquila. Come spiega la presenza della Btp (Baldassini-Tognozzi-Pontello), i cui vertici sono indagati a Firenze per i presunti rapporti di favore con il coordinatore Pdl, Denis Verdini?
«Io e Letta, quando abbiamo sostenuto che nessuna di quelle persone o imprese ha messo piede all’Aquila, abbiamo fatto riferimento alle imprese con le quali abbiamo avuto contatti per le opere della Maddalena. In primo luogo lì la Btp non ha lavorato, non ha avuto appalti e credo che sia coinvolta per altre questioni che esulano dalle attività che la Protezione civile ha portato avanti in questi anni. Secondo: abbiamo ricevuto subito dopo il terremoto 160 lettere di imprese con brochure di presentazione. Tutte le più grandi imprese italiane si sono offerte e noi abbiamo creato un archivio, con una lettera standard di risposta, in cui ringraziamo e spieghiamo che, se ci saranno le esigenze, ci faremo vivi. Abbiamo usato un criterio di grande trasparenza».

Rimane il fatto che la Btp ha operato all’Aquila.
«Per tutte quelle che sono le realizzazioni di Progetto Case, Map e Musp, abbiamo sempre indetto delle gare e, nel caso della Btp, abbiamo fatto una gara europea pubblicata l’8 luglio sulla Gazzetta europea. Abbiamo pubblicato l’avviso di bando sui principali quotidiani, tra cui La Repubblica e il Corriere della Sera, tra l’8 e il 12 luglio. Abbiamo richiamato il termine del 21 luglio come scadenza. Hanno partecipato varie imprese e c’è stato un consorzio. La Btp si è presentata nell’ambito del consorzio Federico II, che aveva come presidente Ettore Barattelli, il quale ha presentato questa associazione di imprese. Ma non solo».

Non è la sola forma di partecipazione di questa società?
«La Btp si è presentata anche con un’altra associazione di imprese in queste gare per i Musp del lotto 12 che riguardavano la scuola Carducci. A questa gara hanno partecipato con una capofila, la Cmp costruzioni metalliche, la Btp e Vittorini Emilio costruzioni. Avendo presentato un’offerta al ribasso del 7,23 per cento, hanno vinto una regolare gara europea».

Da chi era formata la commissione?
«La commissione di gara che ha affidato tutti gli appalti sui Musp era assolutamente prestigiosa e autorevole, essendo presieduta dal prefetto Franco Gabrielli e composta da alti funzionari del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che non sono coinvolti nella nota vicenda. È stata fatta una seduta pubblica il 21 luglio con l’aggiudicazione il 22 luglio sempre in seduta pubblica. Tutto in modo assolutamente trasparente e alla luce del sole. Circa la Carducci, lo avete visto, nessuno ha avuto da ridire sulla qualità del lavoro fatto. Sulla ristrutturazione della caserma Campomizzi, che è stata in parte rimessa a posto per i terremotati prima e per gli studenti dopo, abbiamo affidato tutto all’ingegnere Giovanni Guglielmi del Provveditorato alle opere pubbliche. Anche in questo caso è stata fatta una gara e l’impresa che si è aggiudicata i lavori è la Marinelli ed Equizi, che era inserita nel consorzio Federico II. Il tutto in modo trasparente e gestito dal provveditore. Lavori terminati a opera d’arte».

Cosa replica a chi sostiene la necessità di una maggiore trasparenza?
«Anche da questo punto di vista sono tranquillissimo. Lei si ricorderà che noi consegnammo proprio a voi del Centro tutto l’elenco delle imprese che avevano vinto le varie gare. È una risposta anche alla presidente Pezzopane che chiede l’elenco delle imprese che hanno lavorato in 10 mesi all’Aquila. Basta che legga il Centro».

Non teme che questa burrasca possa trascinarsi via anche tutto il buono che è stato fatto all’Aquila in questi mesi?
«Non ho timore che si possano svilire tutte le cose ben fatte da noi. Al di là delle chiacchiere, non emerge alcunché nei nostri confronti. Il prefetto ha predisposto tutti i controlli antimafia sulla regolarità e la trasparenza di queste imprese. L’incrocio di questi due elementi ci fa stare tranquilli. Inoltre, che queste persone abbiano parlato di appalti non ci preoccupa, perché sapevano che da noi non avrebbero avuto nulla a trattativa privata».

Non esiste la possibilità che possano essere entrati da una porta secondaria?
«Guardi, se al di fuori dei lavori fatti con il commissario Bertolaso, questi hanno potuto fare altri lavori con altri enti o privati non possiamo metterci la mano sul fuoco, ma non sarà difficile per la magistratura individuarli, se hanno lavorato e con quali modalità hanno ricevuto gli incarichi. Gli aquilani, per quelli che sono i lavori fatti da noi, possono stare tranquilli: 186 gare in 300 giorni nella massima trasparenza con persone come Vincenzo Spaziante a capo delle commissioni. Il mio obiettivo è stato di erigere una cortina di ferro intorno al cratere per evitare che qualche malintenzionato potesse infiltrarsi».