a roma

Arriva fino in Abruzzo l'eco dei funerali-show per il boss Casamonica

I rom della Capitale legati da anni alle famiglie di Pescara per questioni di cuore. Cerimonia religiosa con banda, cavalli e carrozza per il capo del clan

ROMA. È stato un funerale-show quello celebrato nel cuore di Roma in onore di Vittorio Casamonica capo dell’omonimo clan, i cui legami con Pescara si sono consolidati nel tempo attraverso una serie di matrimoni tra gli uomini di questa famiglia e le donne di alcuni clan del capoluogo adriatico, primo tra tutto quello degli Spinelli.

Esequie da fiaba, che però hanno scatenato una bufera di polemiche. Il funerale, celebrato nella chiesa Don Bosco di Cinecittà, è stato caratterizzato dalla presenza di una carrozza d’epoca trainata da cavalli col pennacchio nero, 12 Suv e limousine, il tutto coronato da una cascata di petali di rosa piovuti dal cielo (con la partecipazione straordinaria di un elicottero privato). Un set cinematografico a tutti gli effetti la cui sapiente regia è rimasta nell’ombra, sconosciuta addirittura al prete che ha celebrato la messa, caduto dalle nuvole alla richiesta di spiegazioni: le sue competenze - come hanno spiegato anche dal vicariato - sono circoscritte a quanto accade dentro la chiesa. Non all’esterno, dove sono state posizionate gigantografie del “re”malavitoso e al suono di musiche evocative con tanto di banda (la colonna sonora del Padrino).

L’eco del funerale è arrivata a Pescara, dove i Casamonica si sono spostati più volte, ma solo per questioni di cuore, e dove hanno stretto rapporti di parentela con i rom del posto, senza però insediarsi mai in Abruzzo. Sia i Casamonica che alcune famiglie pescaresi, poi, sono di origine sinti, e gli abruzzesi sono i più antichi in tutta l’Europa. Il legame, quindi, è forte, e lo è diventato ancora di più perché alcuni Casamonica hanno sposato zingare pescaresi, che si sono trasferite altrove. In riva all’Adriatico si sono fatti notare in città in più occasioni. Le “procedure” per arrivare alle nozze non sono semplici e lineari perché dopo la serenata all’amata può avvenire - in caso di rifiuto - la “fuitina”, cioè la fuga della coppia, ed è capitato che ci siano state delle risse, in passato, per riparare all’allontanamento improvviso. Le unioni che si sono cementate senza intoppi, invece, sono state celebrate con festeggiamenti in grande stile, vicino al mare e con una moltitudine di auto costosissime arrivate a Pescara da fuori. Impossibile, insomma, non farsi notare.

Lo stesso è accaduto ieri, con il funerale in grande stile, e sono state immediate le reazioni del mondo politico, allarmato dai «segnali mafiosi», interpretati come una «sfida allo Stato». «Roma sfregiata, fatto inquietante», hanno attaccato dal Pd mentre Sel ha investito del caso il Parlamento chiedendo al ministro Alfano (che ha chiesto una relazione al prefetto) spiegazioni sull’aspetto legale della vicenda, chi è stato il regista dell’operazione, chi ha concesso le autorizzazioni. Preoccupato anche il sindaco Marino che ha chiamato il Prefetto perché siano condotti accertamenti con estremo rigore.

Immediata la presa di posizione del vicariato che non ha nascosto il proprio «imbarazzo» ma ha sottolineato che il parroco certo non poteva rifiutare la celebrazione.