Arrostiland, l’ultima sfida: così i 4 comuni abruzzesi preparano la finalissima

L’8 dicembre si conoscerà il nome del paese che ospiterà la decima edizione. Ora c’è da conquistare gli organizzatori, attesa per i sopralluoghi decisivi
PRATOLA PELIGNA. Una lunga maratona. Combattuta a suon di voti e montaggi video. E ora quattro paesi rimasti in corsa per diventare lo “Stato dell’anima”, la casa della prossima edizione di Arrostiland, la “Woodostock” abruzzese dell’arrosticino. L’organizzazione darà il verdetto della finalissima l’8 dicembre, dopo aver effettuato i sopralluoghi – decisivi – in ciascuno dei paesi in gara.
Ma cosa è questo “Stato dell’anima”? A questa domanda i sindaci e i vice di Pratola Peligna, Mosciano Sant’Angelo, Fallo e San Benedetto dei Marsi, rispondono allo stesso modo: «L’esperienza stessa di questa competizione» che «ha dato nuova linfa alle nostre comunità, perché è stato un viaggio condiviso». Dalla scrematura del primo “Sondaggione” alla successiva fase video, quello della finalissima è solo l’ultimo passo del lungo percorso fatto da ognuna di queste comunità, nato quasi sempre «come un gioco» ma che, adesso che il traguardo è vicino, diventa più serio che mai. D’altra parte, in palio c’è la possibilità di ospitare il festival che da quasi 10 anni raccoglie migliaia di persone, abruzzesi e non, per festeggiare insieme il Lunedì dell’Angelo, tra canaline, arrosticini e divertimento. Insomma, è vero che la bellezza di un viaggio non è la destinazione ma quello che c’è in mezzo, qui però tutti vogliono arrivare per primi al traguardo.
gioventù marsicana
Per vincere bisogna «avere lo stato dell’anima dentro», spiega Antonio Cesarani, il primo cittadino di San Benedetto dei Marsi, che ha una delle amministrazioni più giovani d’Italia. Basti pensare che lui ha appena 30 anni. Racconta che l’idea di partecipare è nata «un venerdì sera, in un bar del paese, insieme a qualche amico che, vedendo che erano aperte le candidature, ha detto: “Perché non ci proviamo anche noi?”». L’idea è piaciuta subito a tutto il paese. Di più: a tutto il territorio. «Non c’è mai stata gelosia, ma soltanto voglia di sostenersi, perché a vincere non è solo il paese ma tutta la Marsica. Ci siamo candidati senza crederci troppo e abbiamo raccolto 100mila preferenze: significa che tutto il territorio ci ha sostenuto». A quel punto l’entusiasmo è salito alle stelle. È partita una vera e propria mobilitazione dal basso per agguantare la vittoria. «I ragazzi di qui si sono subito messi in prima linea. Quando si trattava di presentare il video, sono stati loro a proporre le idee e a mettersi al lavoro per renderle realtà». La combinazione di amministrazione giovane e giovani del territorio si è rivelata un successo: il loro montaggio è quello che ha ottenuto più successo sui social. Un bella prova di una comunità che non solo resiste, ma cresce. Al punto che «anche se finisse qui saremmo contenti», conclude Cerasani, che poi, però, è costretto ad ammettere: «Ora che siamo così vicini al traguardo, non ci nascondiamo: l’obiettivo è vincere».
il viaggio di pratola peligna
La mobilitazione che parte dei cittadini e contagia tutta la comunità, amministrazione compresa, non è un caso unico di San Benedetto dei Marsi. Anche la sindaca Antonella Di Nino si è trovata a candidare Pratola Peligna «quasi per scherzo. Un giorno in paese è uscita fuori questa possibilità e abbiamo deciso di provarci». Come nella Marsica, sono stati i più giovani a farsi travolgere dall’entusiasmo: «I ragazzi di qui si sono addirittura costituiti in associazione. Hanno creato loro il nostro video, grazie alle proprie competenze e risorse». Di Nino si lascia sfuggire un aneddoto che racconta bene lo spirito di Arrostiland: «Abbiamo voluto girare al mercato per stare in mezzo alle persone, perché è lì che si manifesta lo stato dell’anima. Quando i cittadini hanno visto che partecipavo in prima persona al video sono rimasti tutti sorpresi. Io di mestiere faccio l’avvocato: diciamo che per deformazione professionale tendo a essere un po’ “rigida”. Nessuno si aspettava di vedermi dietro la telecamera», racconta divertita. Insomma, più che una gara, quello di Arrostiland è il viaggio di una comunità. Che nel percorso si conosce più a fondo.
LA BATTAGLIA DI FALLO
Tra gli ultimi quattro contendenti rimasti sul ring c’è un outsider. Un “peso leggero” su cui in pochi avrebbero scommesso all’inizio del concorso: Fallo, borgo montano del Medio Sangro. Un centinaio di abitanti «che combattono da sempre. Fidatevi: non molliamo un centimetro», assicura il sindaco Gianluca Castracane. Ospitare il festival è il sogno del cassetto da anni. Arrivare fino alla finale ha significato già tantissimo per il paese. E qui c’è l’aspetto più bello: la corsa allo “stato dell’anima” ha riacceso il legame con i fallesi emigrati. L’esempio è Bruno Rosato, oggi agente delle star di Hollywood, ma originario di Fallo. È riuscito a coinvolgere alcuni importanti attori come Billi Baldwin (fratello di Alec) e Steven Seagal nel video di presentazione del paese. Che infatti sembra il trailer di un film d’azione. Un omaggio anche a Michael Madsen, altro attore tragicamente scomparso due mesi fa, diventato cittadino d’adozione dopo aver acquistato casa nel paese. Il valore di ospitare Arrostiland sarebbe inestimabile: «Dimostreremmo che i piccoli paesi non sono morti. Al contrario: sono vivi e combattono. Fallo è resiliente, come l’Abruzzo», spiega con orgoglio Castracane.
LA VOGLIA DI MOSCIANO
La proposta di un gruppo di ragazzi assidui frequentatori del festival. Una mail. E poi la voglia di essere protagonisti che, come un virus, contagia un’intera provincia. «Rappresentiamo l’intero Teramano. Qui tifano per noi», dice il vicesindaco di Mosciano Sant’Angelo Mirko Rossi che, come gli altri, ha scoperto solo ieri di aver raggiunto la finale. «La cosa più impressionante è l’entusiasmo trasversale che ha prodotto questo concorso», continua Rossi, «da un gruppo di ragazzi siamo arrivati a un intero paese, poi a tutta la zona. La conferma? Al video hanno partecipato associazioni di tutto il territorio». E proprio da una di queste realtà è nata l’idea di «rendere protagonista del montaggio “l’arciere dell’arrosticino”. Qui abbiamo un’associazione professionistica di tiro con l’arco». Uno spirito di comunità che fa sognare il paese, al punto che Arrostiland, in qualche modo, è già entrato nella cultura di Mosciano. «Questo fine settimana celebriamo la tradizionale Festa dell’uva, in cui ogni anno le varie contrade si sfidano in alcuni giochi popolari. Da quest’anno ci sarà anche la gara di cottura dell’arrosticino». Insomma, Arrostiland ha già lasciato il segno in questi paesi. Solo uno, però, diventerà la casa del festival più grande d’Abruzzo. Sulla carta. Perché il viaggio di queste comunità verso la finale svela una grande verità: sono già tutti “stato dell’anima”.