Audio shock dal carcere di Teramo "Il detenuto non si picchia davanti a tutti"

Diventa un caso nazionale l’inchiesta della Procura di Teramo sul presunto pestaggio di un detenuto rinchiuso nel carcere di Castrogno, da parte di agenti di polizia penitenziaria. L’inchiesta parte da una lettera anonima e da una registrazione illegale. Due guardie carcerarie discutono di un pestaggio: "Si fa di sotto, non in sezione... Il negro ha visto tutto... Abbiamo rischiato la rivolta"

TERAMO. Diventa un caso nazionale l’inchiesta della Procura di Teramo sul presunto pestaggio di un detenuto rinchiuso nel carcere di Castrogno, da parte di agenti di polizia penitenziaria. L’inchiesta parte da una lettera anonima e da una registrazione illegale, questa: «Non lo sai che ha menato al detenuto in sezione?». Risposta: «Io non c’ero, non so nulla...».

Ma l’altro incalza: «Ma se lo sanno tutti?... In sezione un detenuto non si massacra, si massacra sotto... Abbiamo rischiato una rivolta perché il negro ha visto tutto». Non c’è però alcun riferimento ai nomi di chi parla. Il sostituto procuratore, David Mancini, ha disposto l’acquisizione del compact disc su cui sarebbe registrato il colloquio tra due agenti che raccontano l’episodio.

Lo stesso pm, ieri, ha disposto una perizia fonica sul cd. E’ un carcere che scoppia di detenuti quello di Teramo: oltre quattrocento, a fronte di 180 agenti. E’ un carcere dove negli ultimi due mesi si sono verificati un suicidio, due tentati suicidi e quattro aggessioni nei confronti delle guardie. Ed è in quasto clima di veleni che si inserisce la vicenda del cd anonimo che accusa gli agenti di essere a loro volta dei picchiatori.

Oggi alle 15, l’eurodeputato radicale Rita Bernardini è giunto a Teramo per visitare l’istituto di pena. «Voglio capire cosa è successo. Lo spirito è quello di dialogare con la comunità penitenziaria che sta soffrendo più che mai in questi momenti». Nessun commento sul cd dei veleni. Torniamo così all’inchiesta. Nella registrazione audio - catturata con un cellulare - è chiaramente udibile il colloquio, agitato, tra due persone che, secondo l’anonimo, sarebbero due dipendenti del carcere, in cui si fa riferimento all’episodio di un detenuto picchiato con sottolineature dell’errore commesso «a farlo in sezione» e non sotto, lontano dalle celle, dove nessuno può vedere.

Ancora più grave, sarebbe la contestazione di aver pestato il detenuto dinanzi a un altro carcerato, dunque testimone dell accaduto. La registrazione è stata recapitata al quotidiano Il Centro in una busta, a mezzo servizio postale, con una lettera di accompagnamento in cui l’anonimo si dichiara «un detenuto stanco delle vessazioni all'interno del carcere».

Ma l’ipotesi più probabile è che, in considerazione del filtro per la posta in uscita, e del divieto di avere con sé telefoni cellulari, a registrare il colloquio sia stato in realtà un altro agente di polizia penitenziaria. Nella lettera che accompagna il cd, il sedicente detenuto scrive: «Qui qualsiasi cosa succede è colpa nostra ma questa volta non finirà così, è da troppo che sopportiamo, qui quelli maltrattati siamo noi ed anche in questa occasione abbiamo subito un pestaggio da parte di una guardia».