Bersani in pressing: Bertolaso si dimetta

«Decida da solo, o chiederemo che lo faccia». Casini: non decapitiamo chi serve il Paese

ROMA. Il Pd abbandona la cautela e chiede le dimissioni del sottosegretario e capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Per Bersani sono «un gesto obbligato per fare chiarezza» e il leader Pd si augura che Bertolaso «lo capisca da solo, sennò bisognerà chiedere che lo faccia».

Dichiarazioni che hanno provocato la reazione rabbiosa nel centrodestra, mentre Casini (Udc) ha sì preso le distanze dalla richiesta del Pd, invitando però tutti - riferito al Pdl - a prendere coscienza che nel Paese c’è una questione morale da affrontare. L’Italia dei Valori aveva fatto identica richiesta e con toni molto più duri venerdì («Se ne vada, lui e Berlusconi sono la nuova loggia B2»), mentre il Pd aveva temporeggiato per capire come si sarebbe mosso lo stesso Bertolaso, dopo le dimissioni iniziali subito respinte da Berlusconi.

Sulla cautela del partito di Bersani pesano anche altri fattori: il sottosegretario non è visto (o forse è più esatto dire che non lo era) uomo politicamente di parte, inoltre le accuse sul suo conto sono ancora tutte da dimostrare. Ma le dichiarazioni di Bertolaso delle ultime ore fanno pensare che il sottosegretario non abbia affatto in mente di farsi da parte, così Bersani ieri ha sciolto le (deboli) riserve mentre era a Perugia per partecipare al congresso nazionale dell’Arcigay. «Il Pd non ha chiesto finora esplicitamente le dimissioni di Bertolaso, sul piano personale sarà la magistratura a determinare i gradi di responsabilità.

 Ma si è creata una situazione oggettiva, che non consente un buon governo della Protezione civile in tranquillità e serenità». Evidente il riferimento alla enorme portata dell’inchiesta della procura di Firenze, che ha fatto affiorare dal pozzo senza fondo degli appalti per i “grandi eventi” un sistema articolato di corruzione e gare truccate. Bersani ha infine fatto riferimento all’ennesimo attacco di Berlusconi ai magistrati (“si vergognino” ha detto il premier commentando l’inchiesta): «Pretendere che si smetta con questi toni ormai pare inutile - dice il segretario del Pd - ma credo che i magistrati non si vergognino... Nonostante queste sparate occorre che ognuno faccia il suo mestiere e la magistratura lo farà, e lo farà bene».

Numerosi i ministri e i dirigenti del Pdl che hanno gridato “allo scandalo” per la presa di posizione del Pd. Cicchitto, coordinatore del Pdl, si è spinto a definire che «contro Bertolaso è in atto un tentativo di linciaggio indecente e incivile da parte di tutta la sinistra, Bersani compreso. Bertolaso è un patrimonio che va difeso da questo gioco al massacro, esiste una tendenza a ricostruire un clima da tangentopoli». Pier Ferdinando Casini da una parte ha difeso Bertolaso, sostenendo che «prima di decapitare le persone che hanno servito il Paese dobbiamo pensarci non una ma dieci volte».

Ma in una dichiarazione successiva, quasi in risposta a Cicchitto, ha aggiunto che «non si può ignorare la questione morale, gli arresti e gli scandali che si stanno succedendo dal nord al sud Italia». Altri esponenti del Pdl - vedi Bondi e Calderoli - hanno insistito sulla linea del Pd succube, o comunque al traino di Di Pietro, mentre il capogruppo dei senatori del Pdl Gasparri ha replicato dicendo che «una persona si deve dimettere se ci sono fondati motivi che possano richiedere approfondimenti. Io ho letto alcuni verbali e sfido qualcuno a dire che c’è certezza di responsabilità».