Bertolaso: sesso? Era una fisioterapista

Il sottosegretario: solo un equivoco, non ho tradito gli italiani. Si scatena l’ira di Berlusconi: lui non si tocca, i pm si devono vergognare

ROMA. «Bertolaso non si tocca, i pm si devono vergognare». L’ira di Silvio Berlusconi per il terremoto che ha coinvolto il capo della Protezione civile 24 ore dopo l’avviso di garanzia non accenna a sbollire. Anzi. Il premier, confortato, pare, da un sondaggio lampo, spara ad alzo zero: «Siamo in presenza di un imbarbarimento, di un avvelenamento della vita civile che è difficile da sopportare».

«Contro di me accusa infamante, io non c’entro con questa vicenda, sono disposto a dare la vita per dimostrare agli italiani che non li ho mai ingannati», assicura Bertolaso ai microfoni del Tg2. I toni del capo della Protezione civile sono pacati. Non altrettanto quelli del premier.

All’opposizione che chiede di bloccare la legge che trasforma la Protezione civile in una Spa, Berlusconi replica duro: «La legge sulla Protezione civile Spa va avanti». Bertolaso è coinvolto in uno scandalo sessuale? E’ una bufala. Ne è convinto Berlusconi, tanto da entrare nei dettagli delle intercettazioni telefoniche. «Bertolaso è andato a farsi curare la schiena, è andato da una fisioterapista, una signora di mezza età» assicura. La tesi è confermata da Bertolaso. «Il Salaria sport village è uno dei centri sportivi più grandi di Roma e al suo interno c’è una struttura per la fisioterapia, Francesca è una signora perbene, molto brava alla quale ricorrevo per lo stress» ribadisce. Il capo della Protezione civile perora la causa della Spa. Liquida come «orribile cinismo» l’ironia dei personaggi coinvolti nell’inchiesta che pensano di speculare sul terremoto dell’Aquila. «Non so - dice poi intervistato dal Tg1 - se c’è un disegno vero per colpirmi. Tempo fa in una trasmissione ho risposto di sì alla domanda se mi preoccupavo per la mia grande popolarità: poteva accadere che qualcuno potesse mettermi in tasca una bustina di cocaina. Mutatis mutandis, è quello che è accaduto».

Ma torniamo al premier. Le accuse sono infondate, non vere. Per questo il Cavaliere esclude le dimissioni di Bertolaso perché «se una persona opera bene al 100% e poi c’è l’1% discutibile quell’1% deve essere messo da parte». Incalzato dai cronisti, il leader del Pdl spiega: «Ci può essere qualche irregolarità da parte di chi opera bene, ed è anche giusto. Non lo dico per Bertolaso, ma se uno mette il telefono per due anni sotto controllo...si alzi in piedi chi non pensa che possa uscire qualcosa di scandaloso».

Tutta la maggioranza fa quadrato intorno al capo della Protezione civile. La teoria dominante è quella del complotto. «C’è chi la campagna elettorale la fa con i comizi e i candidati e chi la fa con i Ciancimino e con inizative di questo tipo», attacca Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl.

Le opposizioni però non ci stanno e insistono: Bertolaso confermi le dimissioni, chiede Dario Franceschini. Per il capogruppo del Pd a Montecitorio «Bertolaso dovrebbe mostrare sensibilità istituzionale, confermando le dimissioni respinte da Berlusconi». «In ogni paese non anomalo una persona in quella situazione rassegna le dimissioni, anche per difendersi meglio», aggiunge. E’ d’accordo con Franceschini il segretario del Pd. «La magistratura deve fare il suo mestiere e lo farà, per la politica c’è un altro problema», dice Pier Luigi Bersani sollecitando la sensibilità di Bertolaso. Durissimo Antonio Di Pietro che ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del responsabile della Protezione civile. «Basterebbe quello che si sa già ora per imporgli le dimissioni immediate, ma dimissioni vere, non finte come quelle presentate ieri solo per ottenere una difesa d’ufficio dal suo capo, Silvio Berlusconi», scrive nel suo blog il leader dell’Italia dei valori.