Boffo, un'abruzzese spiò le carte Cancelliera teramana a giudizio

L’Aquila. Svolta nell’inchiesta sulla vicenda dell’ex direttore dell’Avvenire (foto): cancelliera teramana a processo per l’accesso abusivo al casellario. Il pm: ha ottenuto notizie riservate dal casellario giudiziario

L'AQUILA. Spunta un collegamento abruzzese nel caso Boffo, l'ex direttore di Avvenire che si dimise nel 2009 dopo una campagna stampa denigratoria del Giornale di Feltri: una cancelliera del tribunale di Teramo è sotto processo per avere ottenuto dal casellario notizie su di lui.

Sotto accusa, dunque, è finita Paola Salvatorelli, attualmente applicata alla cancelleria penale del tribunale di Teramo, città dove è nata nel 1962, dopo avere lavorato anche ad Ascoli Piceno e all'Aquila subito dopo il terremoto. Il provvedimento di rinvio a processo, dopo una indagine affidata alla Procura della Repubblica aquilana, è stato firmato dal giudice per le udienze preliminari del tribunale Giuseppe Romano Gargarella su richiesta del pm Stefano Gallo.

L'accusa, ancora tutta da dimostrare, parla di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, ovvero l'articolo 615 ter con l'aggravante, visto che ci sarebbe la violazione di doveri inerenti alla funzione.

Più in particolare l'imputata, dipendente del ministero di Grazia a Giustizia presso il tribunale di Teramo, «con l'uso delle proprie credenziali, abusivamente, e senza alcuna ragione di ufficio, si introduceva nel sistema informatico del casellario centrale, in modalità ricerca, in relazione al nominativo: Boffo Dino, nato ad Asolo il 19 agosto 1952, abusando dei propri poteri e violando i propri doveri di ufficio».

Fin qui le accuse che saranno vagliate dal giudice monocratico di Teramo il prossimo 8 giugno secondo quanto deciso durante l'udienza preliminare di ieri alla quale l'imputata non ha partecipato ma si è fatta rappresentare dall'avvocato di fiducia Barbara Castiglione del foro di Teramo. Vani, ieri, i tentativi di rintracciare il legale per avere una versione dei fatti della difesa.

Alla cancelliera, persona molto vicina al mondo cattolico, è contestata la sola ricerca e non certo la divulgazione delle informazioni.

Il caso ha voluto (ma con il procedimento penale non c'entra) che il presunto accesso ci sarebbe stato, secondo gli atti, il 28 agosto del 2009, stessa epoca nella quale la notizia sui presunti guai giudiziari di Boffo, (si parlava di molestie, poi risultate una bufala) comparve sul «Giornale» di Feltri.

Il quotidiano dedicò l'intera prima pagina a un articolo intitolato «Il supermoralista condannato per molestie», che accusava Boffo di ipocrisia in relazione alle critiche espresse sulla vita privata di Silvio Berlusconi, poiché lo stesso Boffo sarebbe stato coinvolto in un procedimento penale che l'avrebbe visto imputato per molestie telefoniche commesse tra il 2001 e il 2002. Le accuse (infondate) poggiavano su un certificato rilasciato dal casellario giudiziale di Terni e su una lettera. Poi Boffo si dimise. Ma a dicembre 2009, sempre sul «Il Giornale» arrivarono le scuse di Feltri che venne anche sospeso dall'Ordine dei giornalisti.

La notizia sull'ex direttore del quotidiano della Conferenza episcopale italiana rimbalzò con una particolare risonanza anche all'Aquila. Infatti proprio il 29 agosto, durante il periodo della Perdonanza celestiniana, il cardinale segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone era in città per partecipare alla Perdonanza. Incalzato dalla stampa di tutta Italia su questo scottante argomento l'alto prelato preferì evitare qualsiasi commento; anche se quasi certamente a causa di quell'articolo saltò la cena prevista all'Aquila tra lo stesso Bertone e il premier Silvio Berlusconi editore di Feltri. La cena, organizzata in modo certosino, si doveva tenere nel ristorante Federico II in via Strinella.

Un incidente di percorso diplomatico che all'Aquila causò non poco imbarazzo tra i vescovi, almeno una dozzina provenienti da Abruzzo, Molise e altre regioni circostanti per la presenza di Bertone. Nessuno di loro se la sentì minimamente di commentare l'articolo su Boffo e tantomeno le conseguenze che avrebbe comportato.

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