Cantieri infiniti, in A14 è tornato l’incubo code. D’Alfonso: «Bloccare i pedaggi»

23 Settembre 2025

Il deputato del Pd propone anche di concentrare i lavori nelle ore notturne e accusa la politica: «Istituzioni assenti, non basta dire che gli interventi sono necessari. Servono soluzioni subito»

PESCARA. Come prima, più di prima. Il 15 settembre Autostrade per l’Italia, dopo la pausa estiva, ha progressivamente riavviato i cantieri sull’A14; e nel tratto abruzzese, in particolare quello teramano, è tornato l’incubo delle code e dei tempi di percorrenza dilatati all’inverosimile. Ieri mattina chi si è messo in viaggio verso nord entrando dal casello di Pescara Ovest-Chieti ha dovuto affrontare code per lavori prima nel tratto Pescara Ovest-Pescara Nord (circa 7 km di corsia unica prima e dopo la galleria di Cappelle), poi tra Pescara Nord e Atri-Pineto (il “classico”, eterno cantiere lungo 8 km che abbraccia quattro gallerie), poi tra Atri-Pineto e Roseto (circa 4 km di corsia unica) e infine tra Teramo-Giulianova-Mosciano e Val Vibrata (circa 3 km a ridosso del viadotto Salinello). Chi viaggiava verso sud nello stesso tratto subiva, manco a dirlo, uguali disagi.

Che questi lavori siano necessari (in ballo c’è l’adeguamento alle norme di gallerie, viadotti e barriere spartitraffico) nessuno lo nega. Che debbano concentrarsi in tale modo su un unico tratto, massacrando il territorio, è molto meno pacifico. Sulla questione interviene il deputato del Pd Luciano D’Alfonso, che scrive: «Se l’autostrada A14 non riesce più svolgere la sua funzione specifica e puntuale vuol dire che il sistema ha semplicemente fallito e che le istituzioni nella migliore delle ipotesi sono assenti, nella peggiore sono complici. Negli ultimi giorni sono stato subissato dagli appelli di automobilisti che non viaggiano per piacere ma per studio, per lavoro, per salute, per esigenze di vita quotidiana. Per percorrere Pescara-San Benedetto del Tronto e ritorno, distanza 92 chilometri, un cittadino ha impiegato 4 ore e 45 minuti. Sarebbero stati sufficienti 100 minuti».

D’Alfonso propone: «Urgono due dispositivi da adottare nell’immediato: la sospensione dei pedaggi e l’incremento dei lavori nelle ore notturne. Chi deve raddoppiare il proprio tempo di guida in maniera cronicizzata, rinunciando al tempo di vita personale, ha il diritto a un risarcimento che si traduce nel non dover pagare il pedaggio. Lavorare di notte, eventualmente anche chiudendo tratti di autostrada come del resto già accade, prevedendo sul cantiere i necessari strumenti di sicurezza e il raddoppio delle presenze operaie, consente di ridurre i tempi di cantiere e di restituire l’autostrada all’uso collettivo in modo più rapido. La lentezza letargica della nostra rete autostradale rischia di generare il collasso del sistema economico e viario. Non basta dire: ci sono i lavori, sono necessari, rimbalzando ipotetiche soluzioni alla Provvidenza. La problematica va affrontata con urgenza impellente, convocando chi ha la responsabilità».