Capobianco: «Dateci un po’ di tempo»
La Tercas Teramo ha bisogno ancora di allenarsi per migliorare il gioco offensivo.
TERAMO. Un inizio di campionato così difficile forse non se lo immaginava nessuno. Con due punti dopo cinque partite, il ruolino di marcia della Banca Tercas teramo è al di sotto delle aspettative di un ambiente ancora entusiasmato dalla splendida stagione scorsa.
A causa degli infortuni che per molto tempo non hanno consentito alla squadra di allenarsi al completo, e che ancora tengono fuori rosa il lungo canadese Jesse Young, il Teramo appare ancora un cantiere aperto, una squadra che stenta ad acquisire i meccanismi di gioco e i sincronismi voluti dal coach Andrea Capobianco. Anche la sconfitta rimediata dai biancorossi a Cantù sembra essere figlia di questa situazione di “lavori in corso”, oltre che di una mancanza di determinazione e cattiveria agonistica, qualità che sono mancate soprattutto in occasione della partita del turno precedente persa in casa con la Virtus Bologna.
Coach Capobianco, cosa non va ancora nel Teramo?
«C’è un dato da cui partire: tranne quella con Siena, le partite ce le siamo giocate tutte, solo negli ultimi minuti siamo stati puniti o abbiamo sbagliato qualcosa. Però partiamo da un’ottima difesa: le cose che dobbiamo migliorare sono a livello offensivo. La pallacanestro è uno sport che richiede il timing giusto e per questo ci vogliono allenamenti specifici. Ci dobbiamo dar da fare per cercare di superare questo periodo nel modo migliore».
Gli allenamenti come vanno?
«La settimana scorsa abbiano fatto un ottimo allenamento. Dobbiamo continuare di questo passo, sapendo che dobbiamo fare tutti degli sforzi per ridurre al minimo i tempi: giocare di squadra significa soprattutto conoscersi bene, ognuno deve sapere come gioca l’altro, e questo si ottiene solo giocando molto assieme. Ma il campionato intanto va avanti e non abbiamo molto tempo per fare questo lavoro. A livello difensivo abbiamo sistemato abbastanza bene la situazione; a livello offensivo, invece, abbiamo ancora bisogno di sistemare le cose»
Poeta non sta attraversando un buon momento: non è che alla squadra manca un leader in questa fase?
«Ma no. Io penso, semplicemente, che il leader della squadra deve essere la squadra stessa: ogni giocatore deve avere la propria responsabilità, il gioco di squadra si basa proprio su questo. Logicamente ho qualche preoccupazione perché non dobbiamo perdere tanto il passo, ma stiamo lavorando bene, e se si lavora bene i risultati arrivano. Da questo punto di vista sono tranquillo. Quello che ci manca è un po’ più di cattiveria, dobbiamo essere più cinici e non solo negli ultimi minuti».
C’è un problema Thomas? Lo sta facendo giocare poco.
«Dovendo migliorare il timing, ci sono giocatori - come Thomas, ma non solo lui - che per vari motivi sul timing non hanno ancora acquisito la necessaria bravura, indispensabile per i giochi con i lunghi».
Si dice che a Cantù ci siano stati malumori nello spogliatoio. Cosa c’è di vero?
«Mi piacerebbe saperlo. Non so perché qualcuno abbia scritto una cosa del genere. L’unica cosa certa è che in questo momento stiamo lavorando bene tutti insieme. I malumori non nascono nello spogliatoio: semplicemente, quando si perde è normale che si stia un po’ arrabbiati».
Quanti punti mancano al Teramo?
«L’anno scorso avevamo vinto due partite su cinque; quest’anno una, quindi...»
A Cantù il Teramo ha tirato 29 volte da tre. Anche contro la Virtus ha tentato molte triple, ma lei si era un po’ arrabbiato. Come mai?
«Tanti tiri da 3 perché Cantù è stata brava a chiudere sui lunghi. Il tiro da 3 può nascre da passaggio e tiro o da penetrazione e scarico: tutte le squadre che penetranmo in area e scaricano per il tiro da tre migliorano le proprie statistiche. Ieri Teramo lo ha fatto. Nella partita con Bologna, invece, abbiamo tirato da tre senza penetrazioni e in questo abbiamo sbagliato».

A causa degli infortuni che per molto tempo non hanno consentito alla squadra di allenarsi al completo, e che ancora tengono fuori rosa il lungo canadese Jesse Young, il Teramo appare ancora un cantiere aperto, una squadra che stenta ad acquisire i meccanismi di gioco e i sincronismi voluti dal coach Andrea Capobianco. Anche la sconfitta rimediata dai biancorossi a Cantù sembra essere figlia di questa situazione di “lavori in corso”, oltre che di una mancanza di determinazione e cattiveria agonistica, qualità che sono mancate soprattutto in occasione della partita del turno precedente persa in casa con la Virtus Bologna.
Coach Capobianco, cosa non va ancora nel Teramo?
«C’è un dato da cui partire: tranne quella con Siena, le partite ce le siamo giocate tutte, solo negli ultimi minuti siamo stati puniti o abbiamo sbagliato qualcosa. Però partiamo da un’ottima difesa: le cose che dobbiamo migliorare sono a livello offensivo. La pallacanestro è uno sport che richiede il timing giusto e per questo ci vogliono allenamenti specifici. Ci dobbiamo dar da fare per cercare di superare questo periodo nel modo migliore».
Gli allenamenti come vanno?
«La settimana scorsa abbiano fatto un ottimo allenamento. Dobbiamo continuare di questo passo, sapendo che dobbiamo fare tutti degli sforzi per ridurre al minimo i tempi: giocare di squadra significa soprattutto conoscersi bene, ognuno deve sapere come gioca l’altro, e questo si ottiene solo giocando molto assieme. Ma il campionato intanto va avanti e non abbiamo molto tempo per fare questo lavoro. A livello difensivo abbiamo sistemato abbastanza bene la situazione; a livello offensivo, invece, abbiamo ancora bisogno di sistemare le cose»
Poeta non sta attraversando un buon momento: non è che alla squadra manca un leader in questa fase?
«Ma no. Io penso, semplicemente, che il leader della squadra deve essere la squadra stessa: ogni giocatore deve avere la propria responsabilità, il gioco di squadra si basa proprio su questo. Logicamente ho qualche preoccupazione perché non dobbiamo perdere tanto il passo, ma stiamo lavorando bene, e se si lavora bene i risultati arrivano. Da questo punto di vista sono tranquillo. Quello che ci manca è un po’ più di cattiveria, dobbiamo essere più cinici e non solo negli ultimi minuti».
C’è un problema Thomas? Lo sta facendo giocare poco.
«Dovendo migliorare il timing, ci sono giocatori - come Thomas, ma non solo lui - che per vari motivi sul timing non hanno ancora acquisito la necessaria bravura, indispensabile per i giochi con i lunghi».
Si dice che a Cantù ci siano stati malumori nello spogliatoio. Cosa c’è di vero?
«Mi piacerebbe saperlo. Non so perché qualcuno abbia scritto una cosa del genere. L’unica cosa certa è che in questo momento stiamo lavorando bene tutti insieme. I malumori non nascono nello spogliatoio: semplicemente, quando si perde è normale che si stia un po’ arrabbiati».
Quanti punti mancano al Teramo?
«L’anno scorso avevamo vinto due partite su cinque; quest’anno una, quindi...»
A Cantù il Teramo ha tirato 29 volte da tre. Anche contro la Virtus ha tentato molte triple, ma lei si era un po’ arrabbiato. Come mai?
«Tanti tiri da 3 perché Cantù è stata brava a chiudere sui lunghi. Il tiro da 3 può nascre da passaggio e tiro o da penetrazione e scarico: tutte le squadre che penetranmo in area e scaricano per il tiro da tre migliorano le proprie statistiche. Ieri Teramo lo ha fatto. Nella partita con Bologna, invece, abbiamo tirato da tre senza penetrazioni e in questo abbiamo sbagliato».