Carpentieri, tornitori, sarti: introvabili gli specializzati

1 Settembre 2025

Edilizia, tessile e manifattura scontano l’assenza di manodopera qualificata

L’AQUILA. È sempre più difficile, per le imprese, trovare operai specializzati e capaci di fare la differenza grazie alle loro competenze. E i numeri dell’Abruzzo sono peggiori della media italiana: mancano carpentieri e pavimentatori, verniciatori, sarti e tagliatori di tessuti e pelli, tornitori, fresatori e saldatori. La regione è al nono posto in Italia per la difficoltà di reperire manodopera preparata: su una previsione di 29.960 assunzioni nel trimestre che va dallo scorso agosto fino a ottobre prossimo la difficoltà di reperimento è stimata al 50,4% mentre il dato medio italiano è del 47,8. L’Aquila, epicentro della ricostruzione e dei cantieri, è la provincia abruzzese che sta messa peggio (14° posto in Italia). A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha esaminato i report di Unioncamere-ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Sistema informativo Excelsior del 2024.

cinque mesi di ricerca

Nel 2024, dice la ricerca, in tutta Italia, su un totale di 5,5 milioni di nuovi ingressi previsti nel mercato del lavoro, quasi 840mila (15% del totale) hanno riguardato operai specializzati. Ma, dice lo studio, «la ricerca di queste figure si è rivelata particolarmente impegnativa: nel 63,8% dei casi, gli imprenditori hanno segnalato notevoli difficoltà nel reperimento e, quando la selezione ha avuto esito positivo, il processo ha richiesto in media quasi cinque mesi». Secondo la ricerca, «in 4 casi su 10 l’insuccesso nel trovare questo profilo è stato determinato dall’assenza di candidati presentatisi al colloquio. Per molte realtà produttive, soprattutto di piccole e piccolissime dimensioni, individuare figure quali carpentieri, gruisti, fresatori, saldatori od operatori di macchine a controllo numerico computerizzato rappresenta una sfida estremamente complessa».

EDILIZIA E MANIFATTURA

I settori dove è sempre più difficile reperire operai specializzati riguardano l’edilizia e il manifatturiero: «In riferimento a quest’ultimo, il legno, il tessile-abbigliamento-calzature e la metalmeccanica sono le filiere dove la ricerca è più impegnativa. Nel settore dell’edilizia, ad esempio», spiega la ricerca, «segnaliamo la difficoltà di trovare sul mercato del lavoro carpentieri, ponteggiatori, cartongessisti, stuccatori, pavimentatori/piastrellisti, palchettisti e gruisti/escavatoristi. Nel comparto del legno sono quasi introvabili i verniciatori, gli ebanisti, i restauratori di mobili antichi e i filettatori attrezzisti. Nel tessile- abbigliamento si faticano ad assumere modellisti, confezionisti e stampatori. Nel calzaturiero, invece, tagliatori, orlatori, rifinitori e cucitori. Nella metalmeccanica, infine, la maggiore difficoltà di reperimento riguarda tornitori, fresatori, saldatori certificati, operatori di macchine a controllo numerico computerizzato e i tecnici di montaggio per l’assemblaggio dei componenti complessi». Le cause dello scostamento tra domanda e offerta di lavoro sono, secondo Cgia-Unioncamere, «molteplici e frequentemente interconnesse. Negli ultimi anni, fattori quali la denatalità e l’invecchiamento della popolazione hanno contribuito a ridurre la disponibilità di forza lavoro. Inoltre, è rilevante sottolineare che molti candidati non possiedono le competenze tecniche e professionali richieste dagli imprenditori, in particolare nel settore manifatturiero, evidenziando lo storico divario persistente tra il livello di apprendimento acquisito durante il percorso scolastico e le esigenze del sistema produttivo. È altresì importante evidenziare che, rispetto al periodo pre-Covid», sottolinea lo studio, «i giovani sono sempre più alla ricerca di occupazioni che offrano maggiori livelli di flessibilità, autonomia e tempo libero. Parallelamente, mostrano una minore propensione ad accettare incarichi con orari prolungati (in particolare nel weekend) o condizioni lavorative fisicamente gravose».

I NODI DELL’ABRUZZO

L’Aquila è la provincia in cui gli imprenditori faticano più di tutti gli altri colleghi abruzzesi a trovare un lavoratore dipendente con le competenze richieste: nel 2024 la difficoltà di reperimento della realtà aquilana è stata del 54,5% (14° posto in Italia); a seguire Teramo con il 53,1% (25°). L’Aquila e Teramo sono le zone in cui è in corso la ricostruzione dopo i terremoti del 2009 e del 2016: quello che manca sono gli specialisti dell’edilizia. Chieti, al 54° posto in Italia, è al 49,6% mentre Pescara (87°) è al 44,5%. «Tra tutte le figure professionali richieste dai titolari di azienda», dice lo studio, «il Nordest è la ripartizione geografica dove nel 2024 è stato più difficile reperire sul mercato questi lavoratori. La situazione più critica ha interessato il Trentino Alto Adige: la difficoltà di reperimento ha toccato il 56,5%. Seguono il Friuli Venezia Giulia con il 55,3, l’Umbria con il 55 la Valle d’Aosta con il 54,5 e il Veneto al 51,5. Il Mezzogiorno, invece», conclude lo studio, «è l’area del Paese dove il reperimento è stato più “facile”. In Sicilia la difficoltà di reperimento è stata del 42%, in Puglia del 41,9 e in Campania del 41».