Cgil: più soldi all'assistenza sociale

Il sindacato: i tagli frenano l'efficienza dei servizi pubblici in Abruzzo

PESCARA. «Il governo sta cogliendo l'occasione della crisi per far attecchire una piattaforma politica che va nella direzione dell'abbattimento del welfare e dei servizi pubblici. Le ripercussioni si vedono anche in Abruzzo con la lentezza della burocrazia che frena imprese e cittadini e dalla sanità che non funziona con i pazienti che si rivolgono a strutture fuori regione». Lo afferma Carmine Ranieri, segretario abruzzese della Fp, il sindacato dei lavoratori della funzione pubblica della Cgil, all'indomani della manifestazione nazionale di protesta svoltasi a Roma.

La Fp-Cgil ha portato circa duemila lavoratori pubblici abruzzesi, sabato scorso, alla manifestazione intitolata «Pubblico è futuro».

Secondo Carmine Ranieri, i forti tagli agli enti pubblici, alla sanità e al sociale stanno provocando di fatto lo smantellamento dello Stato sociale così come è stato fino ad oggi.

«Riteniamo», spiega Ranieri, «che questo sia profondamente sbagliato, perché operazioni di questo tipo vanno a incidere sulle persone più deboli e sui cittadini lavoratori e pensionati, che sono quelli con i salari più bassi».

«La cosa alla quale tengono di più i cittadini», aggiunge Ranieri, «è la qualità dei servizi pubblici, ma ci devono spiegare perché in Abruzzo per fare una radiografia ci sono liste d'attesa infinite e in alcuni casi liste d'attesa chiuse. Nella nostra regione vediamo come sia allarmante il dato sulla mobilità passiva, con le persone che vanno a curarsi fuori».

«Sui servizi sociali», aggiunge, «sta avvenendo lo stesso con la cosiddetta finanza derivata, Stato-Regione-Comuni, che si è ridotta a un terzo dal 2008 al 2011 con conseguenze nefaste per chi necessita dell'assistenza e per le cooperative che non possono pagare più i lavoratori, con molti di questi che si ritrovano in cassa integrazione, e il quadro si fa davvero drammatico. Ci era stato detto che sarebbe arrivato denaro derivante dai fondi Fas ma, fino ad oggi, non ci sono certezze. Inoltre, queste strutture sono in ritardo di sei mesi nel pagamento degli stipendi a causa dei ritardi degli enti locali nell'accreditare quanto dovuto».

Fabrizio Rossetti, coordinatore nazionale del settore sanitario della Cgil, si sofferma sull'introduzione del ticket da 10 euro su ricette ed esami: «In Abruzzo si inserisce in una situazione che già di per sé è allarmante, dove non si è primi nella garanzia dei Lea (livelli essenziali di assistenza). E' un modo per circondare il pubblico a favore del privato».

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