Cna: referendum inutile

Parco, no alla consultazione anche dal settore turismo

PESCARA. «L'idea del referendum popolare sull'istituendo Parco della costa teatina rappresenta un modo come un altro per cercare di affossarlo. Meglio farebbero i suoi sostenitori a dire con chiarezza qual è il loro obiettivo». La Cna interviene di nuovo in difesa della legge che istituisce la riserva naturale (la quarta in Abruzzo) il prossimo 30 settembre. Lo fa dopo che il senatore pdl Fabrizio Di Stefano ha lanciato la proposta del referendum fra i residenti degli otto comuni (da Ortona a San Salvo) sollecitati dal ministero a disegnare la perimetrazione. Una proposta appoggiata dal presidente degli industriali di Chieti Paolo Primavera. «Se si fosse dovuto ricorrere nel passato allo strumento del referendum popolare, per decidere la creazione o meno di aree protette», afferma il direttore di Chieti Letizia Scastiglia, «non avremmo probabilmente visto la nascita di quelle realtà, penso all'Abruzzo dei parchi, che invece si sono rivelate le poche, se non le uniche carte vincenti per l'immagine turistica regionale». Per la Cna gli «argomenti demagogici del partito unico anti-Parco» possono trovare facile breccia in alcuni ambienti fortemente esasperati dalla crisi, «salvo poi pentirsi dieci anni dopo».

Secondo Scastiglia, a questo punto, è doveroso che alcune istituzioni, come la Provincia, che è stata in diverse fasi protagonista del progetto, «vengano allo scoperto dichiarando le loro intenzioni». Contro l'ipotesi referendum è anche l'Unione lavoratori turismo commercio e servizi.

Il segretario regionale Mario Miccoli definisce ridicola la situazione in cui si trova l'Abruzzo: «Per la prima volta il ministero e non coloro che territorialmente da tempo avrebbero dovuto valorizzare un eccellente patrimonio indelocalizzabile qual è la costa teatina, ha perentoriamente avviato l'iter legislativo e la nostra classe dirigente politica che cosa fa? Pensa di indire consultazioni popolari. E' il momento di caricare di ulteriori costi elettorali le casse gia disastrate delle amministrazioni locali?», domanda: «I promotori e sostenitori della consultazione forse con tale iniziativa non agevolano intrecci di interessi corporativi incuranti per l'ennesima volta delle reali esigenze dell'intera comunità abruzzese? Siamo convinti che se i nostri amministratori non sono in grado di fare sintesi in tal senso ben venga il commissario governativo».

«Il referendum è solo una perdita di tempo», taglia corto l'assessore all'Ambiente di Fossacesia, Andrea Natale (Prc-Fds), «in quanto non può comunque abrogare una legge nazionale, perchè Di Stefano non ha fatto la stessa proposta nel 2001, invece di far affrontare alla Regione i costi di un ricorso alla corte costituzionale perso in partenza?». (a.mo.)

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