L'assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì

ABRUZZO / L'EPIDEMIA

Coronavirus, l'assessore Verì fa il punto su contagi e posti letto

L'assessore regionale alla Sanità parla di ricoveri, disponibilità dei posti letto e ruolo dei vari ospedali che operano in rete

PESCARA. «Sui dati dei contagi in Abruzzo è stato elaborato dai tecnici della task force regionale un modello matematico, che viene aggiornato quotidianamente sulla base dei valori reali registrati ogni giorno. Al 24 marzo la proiezione evidenziava un numero di casi superiore di circa 100 unità rispetto al dato reale (788 previsti a fronte dei 689 reali). Con i dati del 23 marzo (quindi non confermati, però, da quelli del giorno successivo) il modello ipotizzava che il numero dei casi potesse superare i 1500 entro la fine del mese». Lo ha dichiarato all'Ansa l'assessore regionale alla Sanità, Nicoletta Verì.

Il punto sui ricoveri. «Gli ultimi dati sui posti letto disponibili ad oggi evidenziano come in Abruzzo siano attivi 77 posti di rianimazione generalista, a cui se ne aggiungono 46 finora attivati per il Covid 19. Di questi» prosegue Verì «ne sono occupati 86». L'assessore alla Sanità chiarisce che «nei posti di rianimazione ce ne sono 6 con l'isolamento e 4 della stessa tipologia attivati per il Covid 19. Di questi ne sono occupati 8. Sempre nei posti di rianimazione generalista ce ne sono altri 14 con isolamento a pressione negativa, 13 dei quali attivati per il Covid 19. Questi risultano tutti occupati. I posti letto in malattie infettive con isolamento semplice sono 8, a cui se ne sono aggiunti 120 attivati per il Covid 19. Di questi ne sono occupati 121. I posti letto in malattie infettive con isolamento a pressione negativa sub intensiva sono 62, a cui se ne aggiungono 34 attivati per il Covid 19. Di questi ne sono occupati 75».

Picco del contagio. Secondo l'assessore, «non è ancora possibile stabilire se in Abruzzo sia stato raggiunto o meno il picco del contagio. I dati dei nuovi casi positivi registrati nella nostra regione non mostrano infatti un andamento giornaliero univoco, per cui è difficile fare ipotesi e soprattutto essere certi di aver assorbito l'urto dei rientri dal nord Italia di due settimane fa. Al momento, abbiamo un sistema sanitario regionale fortemente sotto stress, anche se finora posso affermare con certezza che ha retto bene all'urto dell'emergenza, grazie soprattutto al lavoro instancabile degli operatori sanitari, che non si sono mai risparmiati nonostante le difficoltà». Nicoletta Verì ammette che «di fatto si sono azzerati i confini tra le diverse Asl abruzzesi, che stanno operando in stretta collaborazione come un soggetto unico. Sono infatti alcune decine i pazienti positivi al Covid 19 che sono stati trasferiti da un presidio all'altro in base alle necessità e alle disponibilità del momento, grazie alla messa in rete di tutti gli ospedali regionali, i cui posti letto sono gestiti in modo informatizzato, così da avere a disposizione in tempo reale quello che è il quadro della situazione».

Piano di emergenza. L'assessore aggiunge che la Regione ha predisposto un piano regionale di emergenza, coordinato dal responsabile regionale per le maxiemergenze sanitarie Alberto Albani, che ha organizzato un modello flessibile di gestione del sistema per far fronte a un peggioramento improvviso del numero dei contagi, «che ci auguriamo non avvenga». Sulla base di questo modello ogni Asl ha riorganizzato temporaneamente le proprie dotazioni, in un'ottica di presidi hub e spoke: i primi per la gestione dei casi clinicamente più complessi e gli altri per la presa in carico dei pazienti che non necessitano di ricovero in ambienti a pressione negativa». Quindi, «in questa articolazione, un ruolo centrale lo rivestono proprio gli ospedali cosiddetti minori, come Penne, Atessa e Atri, che diventano fondamentali per alleggerire la pressione sui presidi principali» chiosa Verì, «ognuno, dunque, ha un ruolo ben definito sia per l'emergenza, sia per continuare ad assicurare i normali servizi di assistenza sanitaria, perché spesso in questi giorni dimentichiamo che gli ospedali continuano ad accogliere anche tantissimi pazienti non Covid».