Da tanti baristi abruzzesi un no alle macchinette: rovinano la gente

Anche Serrano Capodicasa di Pescara tra chi aderisce: non sopporto vedere perdere soldi in modo così stupido

PESCARA. Gestisce il bar del Santuario, nell'omonima via a Pescara, dal 1975 e negli ultimi sette anni all'interno del suo locale ha tenuto due slot machine collegate ai Monopoli di Stato e una macchina cambia soldi. Da quasi venti giorni ha però scelto di fare a meno di quelle due macchinette. Diverse le motivazione che hanno portato Serrano Capodicasa a questa decisione: la prima è che non sopportare più vedere le persone perdere i soldi in un modo così balordo, la seconda è il susseguirsi di furti subìti nel corso degli anni.

«Io ho subìto tre, quattro furti», racconta Capodicasa, «con spaccata di vetrate e altri danni, tutto questo per impadronirsi di poche centinaia di euro. Una volta sono entrati anche quattro uomini non del posto che hanno iniziato a giocare e a chiedermi di continuo bevande e aperitivi: mi hanno distratto e nel frattempo hanno scassinato le due slot machine rubando tutti i soldi all'interno».

Molte persone si accanivano per il gioco: «C'erano dei giocatori», ricorda il gestore del bar, «che passavano molto tempo davanti a quelle macchinette. Addirittura, quando io dovevo chiudere il bar non potevo farlo perché loro restavano, si impuntavano che dovevano continuare a giocare per recuperare i soldi persi. Si innervosivano. Non ero più padrone del mio locale, ma ostaggio dei giocatori. Altri mi chiedevano di lasciargli libera la slot machine per andare a cercare i soldi. Alcuni di questi mi facevano anche i dispetti, una volta mi bucarono tutte e quattro le gomme dell'automobile. Ma qui ho visto anche molti furbetti, quelli che aspettano che qualcuno prima di loro perda molti soldi e poi tentare la fortuna. Ma io qui non ho mai visto vincere nessuno, vince solo lo Stato».

Capodicasa racconta altre storie vissute nel suo locale: «C'erano persone che uscivano per fare la spesa ma poi si fermavano qui e giocavano tutti i soldi alle slot machine, oppure giovani che entravano per fare colazione, giocavano e poi rimanevano senza denaro. Ho visto gente giocarsi nel giro di poche ore l'intero stipendio. C'è qualcuno che pur di recuperare soldi e poter giocare arriva a commettere azioni criminose. Negli ultimi tempi quella delle macchinette era diventata un'ossessione per molti. Ma è inutile accanirsi, la soluzione del problema non è giocare alle slot. Non ci si può rovinare in questo modo».

Capodicasa spera che anche gli altri gestori dei bar dei Colli facciano lo stesso togliendo le slot machine.

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