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Dall'Albania un mare di opportunità

Il Paese respira voglia d’Europa, oltre 500 le imprese italiane trasferite nel Paese delle Aquile

BRUXELLES. Navi mercantili fatiscenti, carrette del mare e imbarcazioni di ogni genere, cariche di gente disperata in fuga dall'Albania verso le coste italiane. Dimentichiamole. Oggi tra Italia e Albania scorre un mare di opportunità. Il mare non rappresenta più l'ignoto, la distesa barriera, il banco finale per famiglie che scommettono sul futuro dei loro figli. Il mare è unione, è comunanza di interessi, è reciprocità di intenti. E non per retorica, ma per opportunità. Il mare per l'Unione Europea rappresenta il "pretesto" per individuare zone di sviluppo e investimenti. L'UE è cresciuta molto in fretta e per certi versi fuori controllo. E la strategia macro-regionale è la risposta per individuare centri di gravità, perni sui quali far leva per costruire più Europa.

Albania, voglia di Europa e tante opportunità per le aziende
Tanta voglia di Europa e cooperazione sempre più fitta con l'Italia, presente nel paese delle aquile con oltre 500 aziende. L'Albania è un paese che sta migliorando giorno dopo giorno l'integrazione nei mercati regionali ed europei, e l'Europa concentra gli investimenti nell'area Albania-Italia-Montenegro attraverso il programma di cooperazione transfrontaliera "Adriatic-Ionian 2014-2020". (video di Chiara Morelli)

L'Albania, sebbene non sia ancora membro dell'Unione, ma dal 2009 ha avviato il processo di adesione, è sicuramente meritevole di grande interesse da parte della Commissione. Lo ha dimostrato anche il Balkan Summit svolto a Parigi, nel quale i più maliziosi hanno voluto leggere una risposta della Commissione Europea alla Brexit. Il baricentro degli interessi europei sembra spostarsi verso l'area balcanica, già coinvolta da un'intensa attività di cooperazione nell'ambito della Macro-regione adriatico-ionica.

L'Albania, Paese da 3 milioni di abitanti, si sta dimostrando un attore maturo per questo processo. «L'integrazione è la nostra unica strada», ha dichiarato il primo ministro albanese Edi Rama a Parigi. Ma lo dimostrano anche i faticosi processi di riforme, la crescita annua del Pil che si attesta circa al 2%, e le aziende italiane che hanno scelto l'Albania per l'internazionalizzazione.

Diciannovemila i nostri connazionali presenti in Albania con un permesso di lavoro o di studio. La Camera di commercio italiana in Albania parla di una presenza di imprese italiane che oscilla tra le 500 e le 600. Tra queste c'è anche il gruppo Conad Adriatico che dal 2006 ha realizzato un centro di distribuzione con imprenditori locali e 42 punti vendita, per un giro di affari che nel 2015 ammontava a 43 milioni di euro, il 21,6% in più rispetto all'ano precedente. Un importante contributo all'esportazione dei prodotti italiani per oltre 10 milioni di euro.

Ma non si tratta di una colonizzazione. E' crescita sostenibile, nell'intento di aumentare il benessere della comunità albanese, coerentemente con le priorità dettate dalla Commissione Europea nell'ambito della programmazione sulla cooperazione trans-frontaliera.

Dati entusiasmanti sono emersi a Tirana in occasione del seminario "La prevenzione e il contrasto delle irregolarità e delle frodi nei Programmi di cooperazione territoriale europea", organizzato dall'Autorità di Gestione del Programma IPA Adriatic CBC 2007-2013: dati legati alla partecipazione dell'Albania in oltre 70 progetti su un totale di 102, per un ammontare di 21 milioni di euro di finanziamenti.

Aldrin Dalipi, presidente della regione di Tirana, ha ricordato come «La regione Tirana e la Regione Abruzzo hanno avviato una stretta collaborazione, presentandosi come partner nei progetti europei», e sottolinenando come oggi «i Balcani hanno l'energia e il desiderio di essere parte dell'Europa in un momento difficile per l'Unione».

Ma l'Albania ha bisogno di implementare i progressi conseguiti accelerando nella lotta contro la corruzione. La riforma del sistema giudiziario, approvata all'unanimità lo scorso 21 luglio, è la prova che l'Unione Europea stava aspettando, come garanzia di indipendenza, efficienza e responsabilità. Una riforma che prevede la modifica di un terzo della Costituzione.

L'UE che osserva con grande attenzione gli sforzi dell'Albania nell'adeguare il suo complesso assetto di riforme, nel frattempo concentra investimenti sulla specifica area Italia-Albania-Montenegro, con il programma di cooperazione trans-frontaliera "Adriatic Ionian 2014-2020", alla cui progettualità in via di implementazione ha assegnato una dotazione finanziaria di oltre 78 milioni di euro.

Lo scopo è spingere il processo di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile attraverso competitività e innovazione, facendo leva sullo sviluppo delle piccole e medie imprese, migliorando così l'integrazione dell'Albania nei mercati regionali ed europei.

Basta scendere in strada a Tirana per capire quanta vitalità stia fermentando soprattutto trai giovani. Le famiglie investono sulla loro formazione, spesso spingendoli all'estero per frequentare master o scuole specializzanti. L'obiettivo non è spopolare il Paese per impoverirlo, ma acquisire competenze per farvi ritorno, arricchendolo di conoscenze. Non a caso il Balkan Summit di Parigi ha scelto Tirana per il "Regional Youth Cooperation Office (RYCO)", organismo che promuove la cooperazione e la riconciliazione attraverso i giovani.

In Albania si respira la voglia di Europa. La si legge nella tensione e negli sforzi dei tanti cittadini albanesi che spinti dal desiderio di riscatto, danno vita ad iniziative culturali, economiche e sociali che ricordano in parte come eravamo, quando l'America ci sembrava lontana, ma non irraggiungibile.(c.m.)

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