Dall'Ecuador parla lo chef liberato: "Ho pagato per evitare che mi tagliassero un orecchio"

29 Giugno 2023

Il sulmonese Panfilo Colonico racconta il sequestro e saluta i suoi concittadini: "Ma chi non sa è meglio che non parla perché non è corretto".  E il suo amico imprenditore: "Finisce un incubo" 

SULMONA. "Ho dovuto pagare per evitare che mi facessero del male, mi volevano tagliare un dito e un orecchio": racconta così i suoi giorni di prigionia in mano ai sequestratori Panfilo Colonico, il ristoratore sulmonese rapito in Ecuador e liberato questa mattina dopo sei giorni.

Colonico è stato subito sottoposto a interrogatorio da parte della polizia che ha arrestato due suoi presenti sequestratori. E rivolge un pensiero alla sua Sulmona: "Tornerò presto per mangiare un piatto di carbonara".

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Lo chef liberato riserva i suoi ringraziamenti alla gente che ha creduto in lui, ma anche a qualche detrattore. "Hanno detto stupidaggini - sottolinea - sul fatto che devo dei soldi. No. L'Ecuador sta male sul piano economico. Chi non sa è meglio che non parla perché non è corretto. Grazie a Dio sto bene. Ringrazio la polizia in Ecuador. Porterò avanti il mio progetto con sacrificio".

Da quando è stato rapito, lo chef racconta all'agenzia Ansa che è stato sempre rinchiuso e che ha cambiato tre locali: "Grazie a Dio, mi hanno sempre passato il cibo. Ho parlato molto con i rapinatori. Mi volevano tagliare un dito e un orecchio. Per questo ho dovuto versare soldi e soldi. Non mi hanno fatto mancare il sostentamento fino a ieri che si sono stufati e mi hanno lasciato libero quasi vicino al ristorante. La cosa più importante è che mi hanno aspettato tutti i miei operai, come una grande famiglia".

Da Sulmona intanto si fa sentire Carmine Palazzone, imprenditore amico di Colonico: "Tiriamo un sospiro di sollievo. Per tutti noi finisce un incubo". Palazzone era stato il primo, lo scorso venerdì, a contattare la Farnesina dopo aver saputo del rapimento di Colonico. "Avevo appreso la notizia intorno alle 5 - racconta - Immediatamente mi ero messo in contatto con Panfilo tramite videochiamata". Lo ha visto in buone condizioni, anche se visibilmente provato: "Gli ho mandato un grande abbraccio da parte di tutti i sulmonesi. Lo risentirò nelle prossime ore, al termine dell'interrogatorio della polizia".

Sulle circostanze del sequestro e del rilascio gli inquirenti al momento mantengono uno stretto riserbo.