Deficit sanità: l’intervista a Luciano D’Amico. «Ma quale modello? È un deficit fatto per pagare gusci vuoti»

Il capo dell’opposizione provoca Marsilio: «Noi teppa rossa? il presidente non si è accorto che anche l’Ugl è con noi!»
PESCARA. Professor D’Amico, come sta?
(Affabile). Benissimo, perché me lo chiede?
Ieri l’abbiamo vista ovunque, nei video che affollavano la rete, calato nei panni del leader barricadero.
Ma se ero in giacca e cravatta!
Lei ha occupato l’Aula del Consiglio regionale. Un moderato, un borghese come lei! Cosa devono pensare gli elettori centristi?
Un borghese di sicuro. Ma incazzato, come tanti abruzzesi. E, soprattutto, molto preoccupato.
Marsilio ha detto che gli occupanti, soprattutto lei, che li guidava, erano “teppa rossa”.
(Sorriso). Lui è sempre molto generoso, quando fa valutazioni sul sottoscritto. Vorrei dirgli che al massimo potevo sembrare... un Trotskij di provincia.
Lei ha cantato persino “Bella ciao”!
Di questo mi pento, sa?
Ah, ecco.
Ma solo perché sono stonato. Non ho reso onore ad un canto bellissimo. So bene quanto anche Marsilio lo ami.
Il presidente della regione dice: “Qualcuno dovrà pagare!”.
Ha ragione. Spero che si riferisca ai direttori generali, tutti scelti da lui. Quelli che hanno dissestato i bilanci delle Asl.
Ha detto anche: “Un professore ha smesso i panni del mite agnello per vestire quelli di capo manipolo”. Sempre lei.
Temo che parli così tanto di me, sul piano personale, per nascondere il fatto che ci sono migliaia di abruzzesi preoccupati per i conti in rosso della sanità, sul piano amministrativo.
Si sente colpito dalla sarcastica raffigurazione ovina?
Se mi considera un agnello temo si sia sbagli. Ma se mi costringe a esaminare il suo fallimentare sistema sanitario scoprirà che divento una iena.
Non si preoccupa di aver rotto ogni galateo istituzionale?
Mi preoccupo del fatto che i cittadini si vedono aumentare le tasse, per la seconda volta, per il disastro della sanità, e nessuno può negare che accadrà ancora l’anno prossimo.
Veramente tutto il centrodestra ripete che vuole abbassare le tasse appena possibile.
Ennò, cosi non vale.
A me sembrano convinti.
Non dubito, lo sembrano. Peccato che erano convinti anche negli ultimi tre anni. L’anno scorso erano certi che il piano di rientro tagliasse il deficit!
Vede?
Come tutti gli abruzzesi ormai sanno, hanno sbagliato il bersaglio di 50 milioni di euro. Ci troviamo in questa condizione perché si sono sbagliati di 50 milioni! Se lo avesse fatto il manager di una azienda sarebbe con lo scatolone in mano.
Per questo non si fida.
Si fiderebbe di una giunta che non consegna nessun piano previsionale per il 2025?
Quindi lotta dura, à la guerre comme a laguerre?
Spero che nessuno lo abbia detto a Marsilio: in quella che lui chiama la “teppa rossa” c’era anche il suo sindacato. L’Ugl.
Il sindacato più vicino alla Meloni, cioè.
Ieri, siccome evidentemente sono gente seria, hanno sottoscritto con tutti gli altri sindacati il documento anti-tasse. Cgil-Cisl-Uil-Ugl! Nessuno negli ultimi anni ha unito tutte queste sigle. Il centrodestra abruzzese ci è riuscito: ma contro se stesso.
Rifiuta l’etichetta di “cheguevarista”, dunque.
Non vede? Sto guidando anche la rivolta dei moderati e della destra del rigore. Non è curioso che la sinistra sia no-tax e che la destra faccia muro per alzarle?
Sono io che le chiedo come sia possibile.
Il centrodestra ha amministrato la sanità così male che mi ha fatto venire in mente - altro che barricadero! - una meravigliosa battuta di Margaret Thatcher.
Quale?
“Quando il serbatoio è bucato, è inutile metterci dentro benzina”. Meravigliosa, vero?
Lei mi dirà le sue proposte concrete per ridurre il deficit?
(Sguardo). Si metta comodo. Luciano D’Amico si presenta alla redazione del Centro alle 18.30 accompagnato da una pattuglia di dirigenti sindacalisti, e due lavoratori della Uil in tuta blu, e un pacchetto di wafer. A cosa servono?
«A spiegarle con le loro testimonianze il dramma che sta vivendo questa regione».
Io mi riferivo ai Loaker: «Ah. Questi? Se la convincessi, e decidesse di occupare anche lei. E’ il nostro kit di sopravvivenza».
Lei, se è onesto, dovrebbe essere d’accordo con Marsilio almeno su due cose. Mi dica la prima. Ammette di condividere il principio di progressività delle imposte invocato da Marsilio?
Vero. La sinistra è sempre stata a favore della progressività e io non cambio le mie idee. Sono i leghisti che ho visto un po’ smarriti, inerpicarti sulle aliquote, dopo anni passati a predicare la flat tax. E il secondo punto? Riconoscere che se Marsilio alza le imposte per non tagliare la rete è in buona fede. Il problema non è la buona fede. Il problema è che è sbagliato.
Adesso la incastro. Lei davvero direbbe ai cittadini abruzzesi che bisogna tagliare alcuni ospedali? Non ci credo.
Deve. Ci troviamo di fronte a questo disastro perché la rete ospedaliera che Marsilio difende facendo pagare il conto agli abruzzesi non è più sostenibile.
Questo lo dice lei?
Noooh! Lo hanno detto loro. Lo ha spiegato il centrodestra dopo giorni in cui sostenendo tutto e il contrario di tutto, ha dovuto ammettere la verità.
Chi? Lo spiega molto bene un azzurro, Sospiri. Lo ha ripetuto un leghista come Gatti. E sa perché?
La sto ascoltando.
Molte di quelle strutture non sono più veri ospedali, ma gusci vuoti. Costa terribilmente tanto tenerli aperti, ma dentro non ci sono più reparti, infermieri, dottori, apparati diagnostici.
E perché il centrodestra dovrebbe suicidarsi per tenere aperti dei “gusci vuoti”?
Perché così alimenta l’illusione che l’ospedale ci sia ancora. Il cittadino scopre che è una scatola vuota troppo tardi, quando ci entra per curarsi. Io, tre anni fa, fui costretto a un trasferimento in ambulanza Pescara -Chieti.
Aveva una crisi cardiaca.
È un viaggio che non auguro a nessun malato. Faccio un altro esempio: Ortona come ospedale della donna funzionava. Oggi ha perso il 46% di pazienti.
Quindi, la ricetta? Bisogna avere il coraggio di riorganizzare. Tagliare gli sprechi e i doppioni. Specializzare le strutture su diversi modelli di accoglienza e di servizio.
E poi?
Abbattere la mobilità passiva, migliorando la qualità dell’offerta. Chi va fuori costa al bilancio e con il suo esodo riduce il bilancio Il serpente si morde la coda.
Come mai non lo fanno loro?
Per illudere la gente che tutti gli ospedali possano fare tutto. In realtà questo significa non poter dare più nulla a nessuno.
Mi faccia un esempio.
Ieri abbiamo parlato con una donna che aveva appena prenotato una mammografia: la data dell’esame è Aprile 2027! Siccome quell’esame significa vita o morte, bisogna sapere che 2027 è una sentenza di morte.
Marsilio ha detto a Rete8: “L’aumento della bolletta energetica ha fatto saltare i conti”.
Anche la Verì lo dice. Così sono andato a vedermi i bilanci: ho scoperto che nel 2024 la bolletta energetica è calata di 12 milioni!
Il presidente Marsilio ha ricordato i costi del personale.
Da amministratore della mia università ho imparato quel che tutte le aziende sanno: il costo più prevedibile è il personale!
Condividerà almeno l’esempio di Marsilio: “Si può rinunciare a prendere caffè per salvare la sanità”?
Io sono certo che le tasse sono un dovere civico. Ma qui loro stanno tassando persone che prendono 632 euro chiedendogli 15 euro in più!
Non è un salasso, dicono i Fratelli d’Italia.
Ma lo stai imponendo a uno che ha già perso il 20% del suo potere di acquisto in inflazione! Con il salario bloccato! Avendo subito - lui sì - l’aumento delle tariffe. Abbiamo gente che dorme in macchina, il record dei cassintegrati. A chi stanno chiedendo di pagargli il caffè?
Marsilio spiega: “Ho ridotto le tasse alle aliquote più basse”.
Falso: dicono che diminuiscono dello 0.10. Ma l’aliquota base era gia salita dello 0.50 per coprire gli onori di cartolarizzazione. Sa che è finita nel 2019? Detto questo, alla fine pagano i più poveri lo 0.40 in più dell’aliquota base. dove sarebbe lo sconto?
Cosa risponde a chi le ricorda che anche “la rossa” Umbria ha alzato le aliquote?
Lì Salvini è andato a dire: “La Lega si batte per impedire che si mettano le mani nelle tasche degli umbri!”.
Lo stanno facendo. Lui può scegliere di difendere le tasche che preferisce, ma in Abruzzo, usando la sua stessa metafora, è la Lega che fruga nelle tasche degli abruzzesi!
Facciamo finta che Marsilio le dicesse: “Sono disposto a chiudere dei gusci vuoti, facciamolo insieme”.
Da leader moderato sono d’accordo. Però si può farlo solo fissando dei criteri oggettivi, non con il metro della clientela e della prossimità.
A cosa si riferisce?
Ad esempio ai 21 milioni della legge-mancia, affidati in modo discrezionale per contiguità con questo o quel politico. In questo clima i cittadini capiranno che non si può sperperare.
Lei vuole tagliare anche un milione di euro alle Chiese!
Sì. Ho spiegato che la Chiesa ha tante tasche a cui attingere: l’8 per mille. Il fondo per il culto dei Beni culturali. Il Pnrr! La signora della mammografia che decide se vivi o muori, può attingere solo alla sanità. In tempi di vacche magre la Regione finanzia le sue missioni istituzionali.
Esempi, esempi!
Ieri ho trovato un emendamento del centrodestra che dava 70mila euro per festeggiare la Festa della Repubblica in Spagna. Ma si può? Non è più tempo di gite pagate. Spero lo ritirino.
Un altro.
100mila euro per il festival della Majella. E il Festival del Mediterraneo. E il Festival dei Popoli. Il festival del medioevo. Il Festival del borgo medievale a Pescara, una delle poche città d’Abruzzo che non ha borghi medievali. Mezzo milione di euro per il festival dannunziano!
Ma sono tutte manifestazioni culturali!
Vogliamo parlare di calcio?
Alt. Ho capito: adesso lei mi paarlerà male dei soldi al Napoli per il ritiro a Roccaraso.
(Ride). Ha capito male. Se quel modello funziona, chiedo a Marsilio di invitare anche la Roma, anche la Juventus, e se possibile l’Inter. Ad una condizione.
Quale?
Mi devono far vedere un pezzo di carta, un foglio di Excel, un qualsiasi conto economico da cui si deduca che l’esperimento ha funzionato, ripagando il milione stanziato, almeno un euro per ogni euro investito. In meno di dieci giorni, però.
E cosa dice questo rapporto costi benefici sul Napoli?
Non posso risponderle perché non esiste. Non lo hanno.
Nè calcio né sagre allora?
Non dico questo. Siamo in una guerra per salvare la sanità dal tracollo: l’Emilia Romagna ha 284 di Lea, che sono i livelli Essenziali di assistenza. Quando tu metti tasse per salvare un sistema che ne ha 184, è come fare una colletta per pagare una macchina che non funziona.
Cosa manca di importante al piano sanità di Marsilio?
(Sospiro). Il piano.
Non scherzi.
Davvero: manca una visione. Il centrodestra fa come quegli amministratori di condominio che sommano tutti i costi, e poi dividono tra i condomini perché non hanno i soldi per pagare. E allora o cambi casa o cambi amministratore.