Di Stefano: un referendum sul Parco

Il Pdl difende Febbo, la Confesercenti pronta a uscire dal Consorzio

CHIETI. L'ultima idea sul Parco della costa teatina arriva dal senatore pdl Fabrizio Di Stefano: «Indire consultazioni popolari nei territori coinvolti dall'eventuale costituzione del Parco per sapere quale deve essere il futuro dell'Ente». Nei venti giorni che restano prima che in Abruzzo venga istituita per legge la quarta riserva nazionale per Di Stefano c'è ancora tempo per dire «sì» o «no» alla norma.

Un'altra giornata di polemiche attorno alla realizzazione e alla perimetrazione del Parco, compito, quest'ultimo, che il ministero per l'Ambiente ha raccomandato di assolvere agli otto comuni interessati in modo da poter poi valutare l'invio del commissario governativo.

All'assessore regionale Mauro Febbo (Pdl), che aveva detto in un'intervista al Centro di essere contrario all'Ente parco e di avere intenzione di chiedere aiuto ai parlamentari pdl affinché promuovino una legge che abroghi la legge-Parco, segue la proposta del referendum di Di Stefano, referendum, forse, che dovrebbe fare da prologo alla legge sollecitata da Febbo.

«A quei campioni della democrazia del centrosinistra che l'altro giorno hanno protestato a Vasto noi proponiamo di seguire l'esempio del sindaco di Torino di Sangro, e di indire consultazioni popolari per capire effettivamente cosa vogliono i cittadini da loro amministrati», afferma il senatore pdl. «Dicono che il Parco è uno strumento di sviluppo, e forse è così», aggiunge «ma andiamo a vedere nei nostri Comuni montani, ricadenti nei vari parchi, se questo strumento ha effettivamente prodotto crescita. Una cosa dev'essere ben chiara: non vogliamo delegare a nessun funzionario ministeriale, né di destra né di sinistra, la gestione e il governo dei nostri territori.».

«Noi non siamo contrari al Parco della costa teatina», sottolinea Di Stefano passando al plurale, «ma ci dicessero gli amministatori dei Comuni di centrosinistra, a partire dal sindaco di Vasto, qual è la loro proposta di perimetrazione. Ma un dubbio ci viene legittimo», conclude, «perché dopo undici anni, durante i quali il centrosinistra ha governato Regione e Provincia, non è stata fatta nessuna proposta di perimetrazione?».

Dopo la manifestazione di protesta dell'altro giorno a Vasto nei confronti del governatore Gianni Chiodi, nella mattinata di ieri è sceso in campo anche il pdl della Provincia di Chieti. «Il Parco deve rappresentare un'occasione di sviluppo ma così come lo si vorrebbe far nascere, a tutti i costi, rischia solo di ingessare il territorio perché in realtà è privo di qualsiasi progetto», sostengono il capogruppo Paolo Sisti e il vice Etelwardo Sigismondi. «L'area che oggi si vorrebbe interessata dal Parco», aggiungono, «è già oggetto di attenzione ovvero di iniziative concrete: c'è il progetto Via Verde, c'è il Progetto speciale della fascia costiera, che tra l'altro recepisce la Via Verde e c'é lo Studio di fattibilità del Comprensorio turistico della Costa dei trabocchi. Il Parco della Costa, al contrario, nasce privo di contenuti. Se poi il ruolo del Parco deve essere la tutela, allora ci sono i piani regolatori generali».

Secondo Sisti e Sigismondi il tentativo di addossare le responsabilità all'assessore Febbo, che è anche presidente del Tavolo di coordinamento degli enti locali del Parco, «rivela quanto sia stato inadempiente il centrosinistra. «Più in generale», continuano, «il centrosinistra in provincia di Chieti anche sul problema Parco tace nelle sedi istituzionali e urla nelle piazze».

Al Pdl, oltre alla Costituente "Vogliamo il Parco" e al gruppo Pd, risponde Confesercenti Chieti. In particolare l'associazione dei commercianti fa riferimento alla posizione espressa dall'assesore provinciale al Turismo Remo di Martino (di Ortona) sulla presunta alternativa al Parco offerta da uno Studio di fattibilità sulla costa. Simone Lembo e Panfilo Tascione, del Dipartimento turismo, dicono che Confesercenti è pronta ad uscire da quall'accordo se lo stesso viene usato contro il Parco. «Perché», aggiungono, «chi non lo vuole è contro lo sviluppo turistico». «In nessun incontro il presidente Di Giuseppantonio e Di Martino hanno mai parlato di alternativa al Parco», fanno notare, e il protocollo d'intesa è stato fortemente voluto dalle associazioni di categoria e dalla Camera di commercio di Chieti, che ha individuato un metodo condiviso nella realizzazione dello Studio di fattibilità».

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