Il racconto del lungo inverno del 1944 con i partigiani abruzzesi della Brigata Maiella. Bologna liberata e il ritorno a casa

Diario di guerra del tenente innamorato

«Sulle ali della memoria», la meglio gioventù nelle storie dal fronte di Gilberto Malvestuto

Le note languide delle canzoni della Maiella avevano appena cominciato a diffondersi dagli altoparlanti nella grande piazza piena di sole di Brisighella, quando Ettore Troilo e il suo vice Domenico Troilo, trattenendo a stento l’emozione, danno l’ultimo comando di «sciogliete le righe». Li vediamo voltarsi all’indietro un paio di volte, mani ai fianchi, per l’abitudine nervosa di uomini d’azione quali erano. Poi l’abbraccio commosso uno ad uno con gli uomini che avevano guidato in battaglia nei lunghi mesi dell’inverno di guerra 1944-45.

Sono le 10,24 del 15 luglio 1945, si compie l’atto finale dell’esistenza della Brigata Maiella, lo scioglimento del gruppo di combattimento. E si compie a Brisighella vicino a Faenza, una scelta simbolica. Per la liberazione della cittadina romagnola era stato pagato un alto contributo di sangue. Con la conclusione della guerra è arrivata la smobilitazione, il tutti a casa. «Dopo aver consegnato il mio fucile mitragliatore che mi era stato compagno fedele per tutta la durata della campagna di guerra, parto per tornare in famiglia. Arriviamo a Sulmona a sera inoltrata, ricordo la gioia ed il sorriso tornato sul volto dei miei cari, rivisti quasi all’improvviso. Quella prima notte da cittadino qualunque non chiudo occhio, tanta è l’emozione. E poi anche perché mi aspetta l’incontro con la mia ragazza che avevo lasciata in lacrime allorquando la Brigata Maiella mi aveva inghiottito nei suoi ranghi».

La storia di quel tempo di guerra come tenente nella Brigata Maiella è diventato un libro (Sulle ali della memoria, a cura dell’amministrazione provinciale dell’Aquila, pagine 129) che Gilberto Malvestuto, 89 anni il prossimo 17 aprile, ha riempito pagina dopo pagina rincorrendo le sue emozioni e i suoi ricordi che sono stati ordinati nel diario della sua avventura giovanile. Nella memoria messa per iscritto c’è l’umanità e la disumanità della guerra, la paura, la fame, il dolore, la speranza, l’amore per la libertà, il ripasso giorno per giorno di un pezzo di esistenza irripetibile.

Leggi Sulle ali della memoria e ritrovi «la meglio gioventù» che ti aspettavi, la singolarità della Brigata Maiella, formazione partigiana tutta abruzzese che ha combattuto a fianco degli Alleati anche dopo la liberazione della sua regione, risalendo la Penisola battaglia dopo battaglia fino a Bologna. Di fede rigorosamente repubblicana e anti monarchica, rifiutò il giuramento al re che considerava complice del fascismo, è stata decorata con le più alte onorificenze al valor militare.

E’ questo che Malvestuto racconta, senza timore di commuovere e di usare l’arte della retorica. Ma ascoltiamolo: «Dicembre 1944. Il 24 mattina, vigilia di Natale, si parte alle ore 9,30 per la seconda linea dopo un mese di fronte in zona impervia. Si deve raggiungere Modigliana (Forlì), si viaggia tutto il 24 senza mangiare. Molta neve per la via. Per fare tredici chilometri si impiegano ben quattordici ore. Natale si passa in maniera disgraziatissima. Alle ore 1-2 del 25 mattina si arriva a destinazione. Ma fino alle 7 devo dormire in macchina. I piedi congelati. La notte di Capodanno, viene organizzato un veglione presso i locali della scuola d’Arte di Modigliana, con numerosi lumi a petrolio appesi alle pareti. Fuori nevica abbondantemente. Le stesse ragazze che vi partecipano, sono accompagnate dalle loro mamme».

«Gennaio 1945. Giorno 18 ore 15 circa: partenza da Modigliana per il fronte, per la prima linea dove diamo il cambio agli alpini scozzesi. La notte non si dorme. Il 19 molti tiri dell’artiglieria nemica. Una decina di case costituisce il nostro rifugio. Nevica e piove. Siamo per diverse volte sotto il tiro delle mitraglie nemiche. La notte sul 21, alle ore 22,10 inizia il combattimento. Il 24 tiri di mortai e di artiglieria. Sull’imbrunire incominciano i tiri delle mitraglie tedesche che durano tutta la notte e non si dorme affatto. E a quest’ora penso alla mia ragazza lontana, a Leda che certamente dormirà sognando».

«Sera del 31 ore 19,30. L’artiglieria alleata con un fuoco intensissimo ed infernale martella senza sosta il nemico per oltre 20 minuti, le perdite tedesche sono enormi. Febbraio 1945. Giorno 1 calma. Siamo attaccati da pattuglie nemiche e con una sparatoria infernale il nostro presidio mette a tacere le armi avversarie. Notte sempre allarmi. Il 6 e il 7 attività di pattuglie. E il giorno 8 finalmente il cambio da reparti italiani. del gruppo di combattimento Friuli».

E la liberazione di Bologna: «Aprile 1945. All’alba del 21 la 1ª compagnia fucilieri ed il mio plotone mitraglieri ad essa aggregato, iniziano l’attacco per l’occupazione di Bologna. Con noi opera anche un plotone polacco della divisione Carpazi. Anche la 4ª compagnia dalle prime ore del mattino avanza senza incontrare resistenza ed entra nel capoluogo emiliano accolti da una folla enorme con un entusiasmo indescrivibile. E noi della Maiella facciamo fatica a passare».
Questo succede nel libro di Gilberto Malvestuto Sulle ali della memoria, lo spiega bene il sottotitolo che suona: Per non dimenticare.