CORONAVIRUS

Diffusione virus, davanti all'Abruzzo solo Basilicata e Toscana

L’indice Rt è 1,35: il limite massimo da non superare è uno

PESCARA. L’Abruzzo è al terzo posto tra le regioni italiane con il più alto Rt (erre con ti), ovvero il tasso di riproduzione netto della malattia, che permette di monitorare l'andamento della diffusione della patologia sul territorio e l'efficacia delle misure introdotte per contenere il contagio.

L'indice abruzzese, secondo il monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute relativo al periodo 9-15 novembre, è pari a 1,29 (1,18 in Italia).

L'Rt, in Abruzzo, era a 1,35 nella settimana 2-8 novembre e a 1,54 nel periodo tra il 26 ottobre e il primo novembre. Il tasso di riproduzione, dunque, scende, ma lo fa molto lentamente. E, soprattutto, è ancora al di sopra di 1, considerato il valore limite dagli esperti.

Prima dell'Abruzzo ci sono solo Basilicata (1,54) e Toscana (1,44). Al pari dell'Abruzzo c'è il Friuli Venezia Giulia. Seguono Marche (1,27), Lombardia (1,25), Puglia (1,24), Valle d'Aosta (1,23), Veneto (1,23), Provincia autonoma di Bolzano (1,22), Emilia Romagna (1,2), Campania (1,13), Sicilia (1,13), Piemonte (1,1), Calabria (1,09), Umbria (1,09), Provincia autonoma di Trento (1,07) e Molise (1,05). Solo tre le regioni al di sotto del valore limite di 1: Liguria (0,92), Lazio (0,9) e Sardegna (0,84).

L'indice Rt è un dato fondamentale che contribuisce, insieme ad altri parametri, tra cui gli ormai celebri 21 indicatori, a stabilire la classificazione delle regioni ai fini delle successive restrizioni finalizzate a contrastare la diffusione del virus. In base all'Rt attuale, l'Abruzzo sarebbe in uno scenario di rischio di tipo "3" (indice tra 1,25 e 1,5), dove il più alto è quello di tipo "4" (Rt oltre 1,5). Ma sono anche altri i parametri da prendere in considerazione, tra cui la capacità di risposta del sistema sanitario, la rapidità nell'esecuzione dei tamponi e la capacità di tracciamento dei contatti.

«L'epidemia si mantiene a livelli critici, si riduce l'Rt rispetto alla settimana precedente. Però non dobbiamo cantar vittoria perché è sopra 1 e questo significa che i casi continuano a crescere anche se più lentamente. Inoltre l'incidenza mette in crisi l'assistenza», dice il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nella conferenza stampa sull'analisi dei dati del monitoraggio settimanale. Sottolineando che «negli ultimi giorni il numero dei casi comincia ad appiattirsi e questo indica il rallentamento dell'incidenza», Brusaferro afferma che, nonostante i «segnali di miglioramento», il rischio resta alto in quasi tutto il Paese e, quindi, «bisogna mantenere con forza le misure adottate. C'è un'Italia monocolore», evidenzia il presidente dell'Iss, «perché l'epidemia colpisce un po’ tutto il Paese». La probabilità di saturazione dei posti letto in 30 giorni, però, con gli ultimi dati, conclude Brusaferro, «si è un po' allontanata». (l.d.)

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