Export, il made in Abruzzo aggira i dazi di Trump e guarda alla vecchia Europa

16 Ottobre 2025

Crolla l’automotive, si impenna il farmaceutico: gli affari verso Usa e Spagna. Ma le esportazioni record sono un nuovo tesoro o un fuoco di paglia? Se ne parla stasera su Rete8

PESCARA. “Abruzzo import-export”. È questo il titolo della terza puntata di “31 minuti”, il settimanale di approfondimento giornalistico di Rete8 in collaborazione con il Centro che va in onda questa sera alle ore 22,30. Il made in Abruzzo, per aggirare i dazi di Trump, è alla ricerca di nuovi mercati da penetrare, a partire dalla Spagna: in puntata interviste all’ambasciatore italiano in Spagna Giuseppe Buccino Grimaldi, al console generale Spartaco Caldararo, all’economista Giuseppe Mauro, al presidente dell’associazione Casa Abruzzo Maurizio Di Ubaldo, ai presidenti delle Camere di commercio Gennaro Strever (Chieti Pescara) e Antonella Ballone (Gran Sasso d’Italia), a Francesco Marini, amministratore della Polyplast Hispania, e ad Alessandra Calabrese, fondatrice di Hesperis.

ABRUZZO DA RECORD – Tra il 2024 e il 2025, l’Abruzzo ha fatto segnare un aumento delle esportazioni del 10,1%. È un dato sorprendente: cinque volte di più rispetto alla media italiana che è stata del più 2,1%, nonostante la crisi dell’automotive e dei furgoni Stellantis prodotti nella Val di Sangro. Nei mesi di aprile, maggio e giugno, c’è stata un’impennata del farmaceutico con le imprese radicate nell’Aquilano: più 68%. Ormai, tra automotive e farmaceutico c’è un equilibrio impensabile negli anni scorsi: le esportazioni abruzzesi riguardano soprattutto i mezzi di trasporto, 27,3%, e gli articoli farmaceutici per il 27,1. A seguire, ci sono i prodotti alimentari e le bevande con l’8,5%, macchinari e apparecchi al 7%, articoli in gomma al 6,8. Per capire l’importanza economica dei vari settori, l’automotive vale un miliardo e mezzo di euro a trimestre, la stessa cifra del farmaceutico mentre il settore agroalimentare incide poco meno di 500 milioni, vale a dire 489 milioni e 400 mila euro.

VERSO GLI USA – L’Abruzzo esporta soprattutto verso gli Stati Uniti d’America: un terzo delle nostre produzioni va verso il mercato a stelle e strisce, per la precisione 30,4% per un importo di oltre 1,7 miliardi di euro. A seguire, la Germania con il 14,9%, la Francia con l’11,3, la Spagna con il 3,9 e il Regno Unito con il 3,6. Nel 2024, l'Abruzzo è stata la prima regione d’Italia come incidenza dell’export verso gli Usa sul totale esportato: circa il 17%. Nel secondo trimestre 2025, l’export verso gli Stati Uniti è cresciuto ancora: 1,7 miliardi di euro pari a un più 62,4% rispetto al 2024 e l’Abruzzo si conferma la prima regione d’Italia come incidenza sul totale esportato con una quota del 30,4%.

DRIBBLING AI DAZI – Ma con i dazi imposti da Trump al mercato Usa, l’Abruzzo trema per un possibile crollo degli affari e allora si torna a guardare alla cara e vecchia Europa e una meta possibile delle merci made in Abruzzo è la Spagna, al centro di un programma di scambi istituzionali, culturali e anche economici avviato sotto l’ala protettiva del consiglio regionale d’Abruzzo, con il presidente Lorenzo Sospiri, d’accordo con l’Ambasciata italiana e un’associazione di abruzzesi trapiantati in Spagna che si chiama Casa Abruzzo. Questo programma si chiama “Radici e rotte” ed è supportato con almeno 70mila euro di fondi regionali affidati direttamente a Casa Abruzzo. In campo per trattare gli scambi ci sono anche le Camere di commercio di Chieti Pescara e del Gran Sasso d’Italia.

MUTAZIONE COMMERCIO – Il commercio estero abruzzese che si presenta al cospetto della Spagna è profondamente mutato negli ultimi sei anni che comprendono anche il 2020 dell’emergenza Covid: mettendo a confronto i dati del secondo trimestre 2019 con quelli dello stesso periodo del 2025, emerge una realtà nettamente diversa: nel 2019 l’automotive valeva il 52,7% mentre adesso pesa solo il 27,3: l’apporto del settore auto alle esportazioni regionali si è dimezzato e lo sanno bene anche le famiglie degli operai Stellantis, costretti alla cassa integrazione e non solo. Nel 2019, le esportazioni farmaceutiche erano praticamente inesistenti mentre adesso sono quasi un terzo, 27,1%, lo stesso peso dell’automotive. I prodotti alimentari e la pasta valevano il 6,4% nel 2019 mentre adesso l’8,5%; il tessile e l’abbigliamento 4,6% nel 2019 e ora una flessione al 4,3%. Verso la Spagna, l’Abruzzo esporta soprattutto mezzi di trasporto (28,9%) nonostante la crisi dell’automotive, poi prodotti in metallo (14,4%), articoli in gomma (12,2), macchinari (9,9) e prodotti chimici (9). Chieti è la provincia che esporta di più verso la Spagna con una quota del 57,5%. Poi c’è Teramo con il 19,2%, L’Aquila al 12% e Pescara all’11,4%.

MILIONI SULLA BILANCIA – Parlando in milioni di euro, l’Abruzzo esporta verso la Spagna 165 milioni a trimestre (55 milioni al mese). Invece, le importazioni dalla Spagna verso l’Abruzzo valgono 161 milioni di euro: la bilancia tra esportazioni e importazioni pende a favore dell’Abruzzo con un saldo di più 4 milioni di euro. Dalla Spagna, l’Abruzzo importa soprattutto prodotti alimentari e bevande (26,4%), prodotti chimici (15,9%), prodotti in metallo (15,2%), mezzi di trasporto (15%), tessile e abbigliamento (6,8%). Chieti è la provincia che importa di più dalla Spagna con il 47%. Le altre province: Teramo è al 22,8%, L’Aquila al 19 e Pescara all’11,2%. E adesso, l’obiettivo della politica e delle aziende è aumentare le esportazioni di prodotti agroalimentari abruzzesi in Spagna: pasta, vino, liquori, salumi e anche caffè.

«INTERESSANTI POTENZIALITÀ» – Uno studio presentato a Madrid dal professor Giuseppe Mauro dice che l’Abruzzo ha «interessanti potenzialità». E anche l’Abruzzo ora può sfruttare la sua congiuntura positiva: il Pil pro capite in Abruzzo è di 28.080 euro a fronte di un Pil medio nel Mezzogiorno d’Italia di 21.734 euro. Poi, in questo periodo si registra «una crescita dell’agroalimentare nell’export a testimonianza della qualità dei prodotti regionali»; a questo si aggiunge «la presenza di grandi imprese competitive, un alto valore aggiunto manifatturiero, distretti industriali in fase di riposizionamento e un impareggiabile patrimonio ambientale». E allora, secondo Mauro, la Spagna rappresenta per l’Abruzzo «un partner strategico» sia nei mercati tradizionali come l’automotive e l’agroalimentare sia in quelli emergenti come le energie rinnovabili e il turismo sostenibile. E l’Abruzzo, dice l’economista, mostra «potenzialità di crescita».

CREDITS – Le riprese video per le interviste a Madrid sono state eseguite dall’ufficio stampa del consiglio regionale d’Abruzzo, guidato da Nunzio De Luca che ringraziamo per il suo apporto professionale; il montaggio è di Giuliano Vernaschi; regia di Danilo Cinquino e Antonio D’Ottavio.

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