Febbo ci ripensa e presenta il Parco a isole

L'assessore incassa la fiducia del Pdl e mostra la proposta che porterà a Roma

L'AQUILA. Un Parco diffuso lungo la costa teatina, «a isole», che coincide con i perimetri delle attuali Riserve e con un «corridoio ecologico» individuato nell'ex tracciato ferroviario. Dopo polemiche e accuse l'assessore Mauro Febbo tira fuori una cartina attesa dieci anni. «È la proposta che porterò al ministero», dice in consiglio regionale. Un'ipotesi di Parco limitata che farà discutere.

La maggioranza di centrodestra fa quadrato intorno all'assessore del quale l'opposizione ha chiesto le dimissioni da presidente del Tavolo di coordinamento degli enti locali interessati dalla perimetrazione del parco della costa teatina. L'accusa è di non aver fatto nulla per mantenere il mandato che gli aveva conferito il consiglio regionale affinché agevolasse l'iter dell'istituzione del Parco della costa. «Ha tradito le istituzioni», punta l'indice Maurizio Acerbo (Rc). «Febbo è incompatibile dal momento che ha detto di essere contrario alla quarta riserva nazionale abruzzese, al Tavoli di coordinamento ci vuole una figura di terzietà», rincara la dose il capogruppo Idv Carlo Costantini. «La Regione deve applicare la legge che vuole che il Parco sia istituito il 30 settembre altrimenti prende in giro anche l'Abruzzo», aggiunge Camillo D'Alessandro (capogruppo Pd). Febbo assorbe i colpi, si vede che manda giù a fatica le accuse che gli piovono addosso (eccetto quando sbotta e chiede le scuse ad Acerbo - vedi articolo accanto).

Poi, finalmente, tocca a lui prendere la parola. E lui dà il colpo di scena. «Ecco il Parco come l'intendiamo noi», spiega srotolondo la cartina e riferendosi all'intervento precedente del suo collega di partito e di giunta Gianfranco Giuliante (che è anche vice presidente di Federparchi) sulla risoluzione targata Pdl. «Un siffatto Parco ed il piano ad esso conseguente può recepire quanto già previsto dagli strumenti di pianificazione territoriale e non compromettere le attività socio economiche attuali e future», aveva detto Giuliante salvando di fatto tutto ciò che i Comuni hanno concesso di realizzare lungo la costa teatina, compresi resort, posti barca, villette e stabilimenti balneari. E Febbo: «Io ho rispetto verso le istituzioni e a dimostrazione di quanto dico, anche se sono contrario al Parco, porterò questa mia proposta al ministero dell'Ambiente. Prima ancora, venerdì, convocherò uno a uno i sindaci degli 8 Comuni della costa e gli chiederò di esprimersi. E non fa niente se qualcuno è contrario, io porto questa ipotesi a Roma, poi il ministero deciderà».

È ancora Giuliante tuttavia a sottolineare che i Comuni che si oppongono al Parco possono tirarsi fuori lasciando eventualmente soltanto le relative aree protette, zone sic (zone di impoirtanza comunitaria) e Oasi naturali.

«Sono incredulo», è il primo commento di Walter Caporale, anche lui firmatario della mozione anti-Febbo nonché relatore, «è la prima volta che il ministero si troverà di fronte a un Parco a isole, senza cioè una soluzione di continuità». Così, l'ipotesi pdl viene subito ribattezzata il "Parco del binario" poiché la sua ampiezza sarebbe di poco oltre a quella dell'ex ferrovia. Mentre domani, il giorno prima delle convocazioni singole di Febbo, i sindaci della Costa sono chiamati dal Pd a dire la loro nel corso di un'assemblea a Chieti.

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