Fiat Termoli, mille in cassa integrazione

Vendite a picco negli ultimi cinque mesi. Stop produttivo per una settimana

TERMOLI. La crisi economica frena gli acquisti. Le vendite auto calano. I dirigenti dello stabilimento molisano della Fiat Powertrain tecnologie sono costretti a tirare il freno. A fine mese, più di mille dipendenti faranno una settimana di cassa integrazione guadagni.
Autunno in chiaroscuro nella fabbrica di contrada Rivolta del Re. Il nuovo stop della produzione è stato comunicato mercoledì alle Rsu di fabbrica. La cassa integrazione comincerà il 25 ottobre e durerà fino alla fine del mese. A fermarsi saranno il reparto dei motori a 16 e 8 valvole. In partica, il ricorso agli ammortizzatori sociali interesserà il 50% della forza lavoro».
La decisione, inevitabile, scaturisce dal calo fisiologico delle vendite auto», rileva Giovanni Mercogliano, segretario provinciale della Fismic.

«Il grafico delle vendite è in discesa da cinque mesi. Il calo riguarda tutte le marche, non solo Fiat. I primi a lanciare l'allarme sono stati qualche settimana fa i concessionari. Ogni anno, nell'ultimo trimestre, le vendite delle auto diminuiscono. A maggior ragione quest'anno», prosegue Mercogliano, «che gli incentivi sono finiti e la crisi spinge molte famiglie a ridurre le spese».

Lo Slai Cobas non è daccordo e contesta la decisione dell'azienda. Per il sindacato, non è giusto chiedere continuamente ai dipendenti ore di straordinario e poi ricorrere agli ammortizzatori sociali. «Le motivazioni della cassa integrazione sono poco chiare», afferma Andrea Di Paolo, rappresentante Slai-Cobas, «senza contare l'impiego dei trasfertisti da altri siti produttivi. Non siano affatto daccordo con l'azienda. Per questo motivo il mio sindacato ha ritenuto di non dover firmare il verbale di ricevuta comunicazione».
A parere dei Cobas, il fermo dello stabilimento molisano sulla linea dei propulsori non è affatto giusto. I lavoratori non nascondono di essere preoccupati, ma preferiscono non commentare. La fabbrica automobilistica della cittadina adriatica, con i suoi 2600 dipendenti, è la più grande realtà produttiva del Molise.

«In ogni paese di questa regione c'è almeno una famiglia che dipende dal salario della Fiat» ricordano i rappresentanti dei lavoratori. Un buon numero arriva dal Vastese. Cinque anni fa, quando fu paventata la chiusura della fabbrica, l'intera regione si mobilitò per difendere il colosso produttivo. Nello stabilimento adriatico, Fiat produce i nuovi motori Multi air ad alta tecnologia. La Uil, l'estate scorsa, ha chiesto che Termoli venga inserita anche nello scenario produttivo del nuovo motore bicilindrico Twin-air. Non è stata accontentata. La casa madre ha deciso di trasferire la produzione del Twin-air in Polonia.

«Ma questo non deve impensierire Termoli. I motori prodotti in Molise sono ugualmente molto avanzati dal punto di vista tecnologico ed ecologico. L'auspicio è che, con l'arrivo del nuovo anno, il mercato dell'auto riprenda quota regalando vigore a tutto l'indotto e serenità a migliaia di famiglie», dice Il segretario della Fismic a parere del quale la frenata di fine mese non deve impensierire più di tanto. «Stiamo attraversando un periodo economico non facile, ma questo non deve indurre al pessimismo. Fiat Termoli ha tutti i numeri per vincere la sfida».

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