Giustizia in Abruzzo, Delmastro: «I tribunali restano aperti»

23 Luglio 2025

Passa il piano per i presìdi di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto: «Basta proroghe, ecco i fondi per giudici e personale»

PESCARA. Al termine del Consiglio dei ministri di ieri, ricevuta la benedizione del premier Giorgia Meloni e del ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro di Fratelli d’Italia esulta per la salvezza dei tribunali abruzzesi: «Con grande gioia, annuncio che abbiamo completato quel percorso di revisione delle circoscrizioni giudiziarie che tanto aveva flagellato l’Abruzzo, mantenendolo in una condizione di precarietà: i famosi quattro tribunali, Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto, finalmente sono stabilizzati con un’attenzione all’autorizzazione della spesa per la gestione non solo dell’organico della magistratura, ma anche degli amministrativi, perché questi presìdi, senza personale, non possono funzionare».

Sottosegretario, quindi niente più proroghe?

«Non saranno più necessarie le proroghe che, negli anni passati, ci sono state, forse perché c’era una politica che non riusciva a determinarsi e a decidere. Dopo anni e anni di precarietà e di rincorsa all’ultimo minuto con norme infilate nel Mille Proroghe, oggi finalmente concludiamo questo iter garantendo giustizia di prossimità all’Abruzzo che era stato privato dei servizi di giustizia penale e civile: per noi è una grande gioia».

È anche una promessa mantenuta?

«Certo, una promessa che ho fatta più volte dalle platee nazionali; l’ho fatta più volte anche in Abruzzo con il presidente della Regione Marco Marsilio; e poi con tutti i nostri deputati e senatori e i nostri sindaci. A volte, siamo stati anche oggetto di facile ironia da parte di coloro che, in verità, quei tribunali li avevano chiusi e che ci dicevano che noi non li avremmo riaperti. Ma, lo sappiamo: la sinistra è quella strana cosa che sa sempre cosa si deve fare quando governano gli altri e non lo fa mai quando governa lei. E invece, si conclude questa partita con grande soddisfazione del governo e di Fratelli d’Italia che si è sempre battuto, prima per le proroghe, ai tempi dell’opposizione, e poi per la stabilizzazione in questa fase di governo. E la soddisfazione è anche di tutti quelli che credono che bisogna accendere quante più luci di legalità sui territori».

Insomma, sarebbe proprio questa la radice della stabilizzazione: in quei territori di confine, i tribunali sono sempre necessari?

«Esatto, metà dell’Abruzzo sarebbe rimasta deprivata dei tribunali e quella parte di territorio è la più contigua a zone in cui è più ipotizzabile l’infiltrazione della malavita e, quindi, accendere luci di legalità non può che essere un vantaggio».

Una curiosità: ma se all’epoca era necessario chiudere i tribunali per risparmiare e invece, adesso, voi li tenete aperti significa che prima era stato fatto tanto rumore per niente?

«Diciamo che, generalmente, la politica fa così: prima dice che sono necessari i tagli e poi si decide dove tagliare. Per il momento, noi abbiamo deciso che i tagli al servizio di giustizia di prossimità dei territori non si possono fare più e che in quelle zone torna prepotentemente lo Stato».

Quindi, i fondi per mantenere in vita questi presidi di legalità ci sono?

«Ci sono, oggi quei presidi vengono riaperti e stabilizzati: nel provvedimento c’è anche la parte relativa alle risorse economiche per l’organico, sia della magistratura che degli amministrativi. Il cerchio si è chiuso completamente fino alle risorse, anche perché ci hanno abituato a fare riforme sulla giustizia a costo zero e non le hanno portate da nessuna parte. Ogni riforma prevede evidentemente anche l’assunzione di responsabilità economiche che noi ci siamo assunti».

E oggi al centrosinistra lei cosa dice?

«Che le chiacchiere stanno a zero e i risultati sono evidenti e che potevano risparmiarsi la facile ironia di quelli che prima avevano chiuso i tribunali e poi si lamentavano che noi non li riaprivamo velocemente. Diciamo che è una giornata storica per l’Abruzzo e anche per tutti quelli che, da sempre, dicono che è facile fare politica in stile “Edward mani di forbice” mentre è un po’ più difficile programmare investimenti mantenendo in equilibrio il bilancio dello Stato. Noi abbiamo scelto questa seconda strada: è la più difficile ma è anche quella che dà più gioia e soprattutto più servizi ai cittadini».